Regia di Valeria Golino vedi scheda film
Secondo film di Valeria Golino come regista dopo "Miele" (che non ho visto), e sempre sul tema della morte imminente. Il film oscilla tra il dramma e alcuni tocchi più leggeri che richiamano inevitabilmente la grande tradizione della commedia all'italiana. Al centro della pellicola il rapporto tra due fratelli, uno imprenditore omosessuale di successo, l'altro un professore colpito da un tumore ormai in fase avanzata, che però il fratello fa di tutto per nascondergli. La sceneggiatura si prende i suoi tempi, si concentra sullo studio dei personaggi nella loro evoluzione di fronte alla cruda realtà della malattia, non evita certe ovvietà in alcune situazioni come il viaggio a Medjugorje o la condotta sessuale di Matteo, naturalmente promiscuo ed egocentrico perfino nei suoi approcci mercenari con un antipatico marchettaro con cagnolino accompagnatore (e questo nonostante il contributo allo script dello scrittore gay Walter Siti). Per il resto la Golino delinea bene i rapporti familiari tra i due fratelli, schizza con precisione alcune figure sullo sfondo come quella della madre, la ex moglie di Matandrea interpretata da Isabella Ferrari o la sua ultima fiamma che ha il volto di Jasmine Trinca, mentre piuttosto sprecata risulta Valentina Cervi in un ruolo delineato con una certa approssimazione. Dal punto di vista visivo il film ha un andamento abbastanza sicuro con alcune idee che vanno a segno come il turbinio di uccelli nel finale, ma lo spettacolo è retto essenzialmente dai due attori, fra cui non saprei indicare il vincitore in termini di bravura. Match pari per me, con un Mastandrea ormai abilissimo nel recitare in sottrazione e uno Scamarcio che attesta ancora una volta una maturità espressiva encomiabile rispetto alla mediocrità dei suoi esordi.
voto 7/10
Euforia (2018): Valerio Mastandrea, Riccardo Scamarcio
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