Regia di Valeria Golino vedi scheda film
Tu sei credente? Dipende...
Matteo (il fratello rampante) risponde così alla domanda di Ettore (il fratello malato).
Perché Matteo è un uomo senza scrupoli, pronto a credere a tutto e al contrario di tutto se questo gli conviene. E per salvare suo fratello decide anche di tentare la via della fede (lo porta a Medjugorje) dato che quella della medicina non lascia scampo.
Il racconto affronta la difficile tematica della malattia terminale e i due bravi interpreti lo rendono molto intenso.
Però forse sono contornati da tante "figure minori" fine a se stesse che distraggono dalla storia: gli amici caciaroni sempre pronti a far baldoria (troppa), la mamma così tanto su di giri e allegra (possibile che non si renda conto di ciò che sta succedendo al figlio maggiore?), l'ingenuo amico del cuore di Matteo (vivono in simbiosi e lui per lungo tempo non capisce che la situazione è gravissima?), la stupita Elena, collega di Ettore, con cui ha una relazione sentimentale (anche lei ignara della situazione nonostante Ettore manchi da scuola ormai da mesi?).
Secondo me i due fratelli andavano lasciati più "soli" nel film, dandogli più tempo di scavare nei loro sentimenti e di aprirsi reciprocamente. Perché i momenti più belli del film sono proprio quando ci sono solo loro due.
E perchè il dolore ha bisogno di parole e di tempo per essere interiorizzato.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta