Trama
Matteo (Riccardo Scamarcio) è un giovane imprenditore di successo, spregiudicato, affascinante e dinamico. Suo fratello Ettore (Valerio Mastandrea) vive ancora nella piccola cittadina di provincia dove entrambi sono nati e dove insegna alle scuole medie. È un uomo cauto, integro, che per non sbagliare si è sempre tenuto un passo indietro, nell'ombra. Sono due persone all'apparenza lontanissime. La vita però li obbliga a riavvicinarsi e una situazione difficile diventa per i due fratelli l'occasione per conoscersi e scoprirsi sorprendentemente uniti, in un vortice di fragilità e tenerezza, paura ed euforia.
Approfondimento
EUFORIA: LE NOTE DI REGIA
"Euforia è quella sensazione bella e pericolosa che coglie i subacquei a grandi profondità: sentirsi pienamente felici e totalmente liberi. È la sensazione a cui deve seguire l'immediata decisione della risalita prima che sia troppo tardi, prima di perdersi per sempre in profondità.
Matteo ed Ettore, sono due uomini che hanno deciso in qualche modo di perdersi. Matteo guarda il mondo dall'alto del suo attico. È un narcisista che coltiva la distrazione e lo fa con il denaro, la droga, il sesso, il successo e il culto del corpo.
Ettore, invece, nasconde i propri fallimenti personali, la propria insoddisfazione, la mancanza di coraggio dietro una maschera di disillusione e sarcasmo.
Le loro reciproche certezze entrano in crisi quando Matteo scopre che il fratello è malato e decide di nascondergli la verità. Mentre Ettore sceglie di lasciarsi andare, di farsi guidare, di credere al fratello e alla sua hybris che lo spinge a pensare di poter controllare, vincere ogni cosa. Ispirandomi a fatti accaduti a persone a me care, mi sono avvicinata, insieme alle sceneggiatrici Francesca Marciano, Valia Santella e con la collaborazione di Walter Siti, a questa storia come ad un oggetto fragile e prezioso, nel tentativo di tratteggiare, insieme ai protagonisti, anche la nostra contemporaneità. Un presente che sembra negare, rimuovere costantemente la transitorietà e irrazionalità proprie della condizione umana, spingendoci illusoriamente a credere di avere il controllo assoluto sulle nostre vite, sui nostri corpi, di poter vincere il tempo, fuggire il dolore.
La malattia è, invece, proprio il luogo della fragilità, della caducità, ci mette di fronte ai limiti della nostra esperienza umana ma anche a quanto di più profondo e prezioso essa custodisce. E in questo senso porta i protagonisti a fare i conti con le proprie ipocrisie e a riconoscersi. Ettore e Matteo scelgono di non rimandare più il momento della consapevolezza, scelgono di tornare in superficie".
Trailer
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Commenti (12) vedi tutti
Bravi i due interpreti ma il film in sé non mi è piaciuto molto.
commento di Artemisia1593L'attrazione fatale per il fine vita sembra diventato il marchio di fabbrica di un'autrice giunta solo al suo secondo lungo e qui pericolosamente vicina alla retorica familiare del peggior Ozpetek.
commento di maurizio73Intenso dramma umano.Ottimo lavoro della Golino, qui alla sua seconda regia e buona interpretazione di tutto il cast
leggi la recensione completa di Furetto60Storia che a leggerla pare appagante ma la visione è soporifera : tra l'altro sia la Cervi specialmente che la Trinca non le ho proprio notate ... poi risulta veramente troooppo lento.voto.1.
commento di chribio1Epifania/rivelazione: sconcerto/rifiuto, rabbia, patteggiamento, tristezza/depressione, accettaz… Euforia.
leggi la recensione completa di mcknon sono riuscito a guardarlo con attenxione forse è colpa mia o forse no; mi ha dato le stesse emozioni della corazzata potemky e come qualkuno ha scritto simile ad un polpettone solo nin si capisce se di carne o verdure o forse un misto di entrambi
commento di prokapIl film non e' male,per carita'si lascia vedere,ma alla lunga rischia di sfiorare il polpettone del cancer-movie,comunque voto 6.
commento di ezioLa Golino, che ha 35 anni di splendida carriera come attrice e un film vincitore di un sacco di premi come regista, fa un secondo film impiegandoci 3 anni: e si vede! Accurato, sentito, intenso, un gran bel film. Da vedere anche per l'interpretazione dei 2 protagonisti. Chi ama il cinema, e la vita, lo segua.
commento di Alemar01Mi sono recato al cinema con un'aspettativa decisamente più alta. La regista mi pare strizzi un poco l'occhio ad opere importanti (ad esempio La Grande Bellezza) ma non arriva in nessun modo a dare personalità a questo film. Mi è sembrato un polpettone banale
commento di andreagrapeTu sei credente? Dipende...
leggi la recensione completa di ManuelaZarattiniNiente male! Non si tratta di una vicenda leggera, tutt'altro. Una storia ben diretta dove Scamarcio e Mastandrea sembrano molto naturali . Non era facile evitare i sentimentalismi invece la Golino ci riesce.Buono il cast. Felice la conclusione
commento di almodovarianaquello che manca è uno scatto narrativo, un'invenzione che rimescoli le emozioni, vere ma molto convenzionali, che la storia riesce a suscitare; però tutto il resto è buono, buona la regia, che non insiste mai sulla malinconia, ma per l'appunto punta sullo stato euforico pre-fine, e bravissimi i due attori principali
commento di carloz5