Regia di Neil Jordan vedi scheda film
Dall'insurrezione di Pasqua del 1916 al Trattato di Indipendenza del 1922, sette anni di storia bellica Irlandese, guidata dal patriota Michael Collins (il mediocre Liam Neeson, gratuitamente premiato a Venezia con la coppa Volpi per la migliore interpretazione) contro il predominio britannico. Ma la Storia, in altri momenti della filmografia del regista irlandese sfondo per spunti decisamente meglio riusciti (La moglie del soldato era un film incorniciato sulla vicenda rivoltosa dell'Irlanda del Nord), qui condita con eccessiva spettacolarità, con troppi elementi agiografici, raccontati in modo frammentario ed inquinati dalla vicenda privata del protagonista - impegolato in un amore con una borghesuccia (un'inutile Julia Roberts) che passa il tempo tra salotti e hotel di lusso - non ha nulla di avvincente e rischia di piacere soltanto a tre categorie di pubblico: quelli che la guerra l'hanno vissuta o sentita raccontare; quelli che vanno al cinema solo se il tasso di morti cruente è altissimo e quelli che a Venezia, da ormai troppi anni, hanno l'abitudine di decidere prima della proiezione chi saranno i vincitori, con piglio da intellettuali ibernati. La costruzione del protagonista, contrapposto all'ambizioso presidente irlandese De Valera (Rickman), mandante dell'omicidio di Collins, è semplicistica, dimentica degli aspetti meno edificanti ed eroici di questo "inventore del terrorismo". Leone d'oro a Venezia come miglior film.
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