Regia di Neil Jordan vedi scheda film
Un film drammatico a carattere storico, certamente riuscito e coinvolgente, tanto che difficilmente si sarà tentati d'interrompe oppure distrarsi durante la visione. Non so giudicare quanto i dettagli biografici siano attendibili o se sia rispettata la verità dei fatti. Come sempre accade, nel passaggio sul grande schermo, è inevitabile che gli eventi realmente accaduti vengano filtrati e adulterati secondo la precisa sensibilità di registi e sceneggiatori.
Ad ogni modo, che sia giusto o sbagliato, affidabile o romanzato, vanta i suoi preziosi momenti di sicuro fascino e annovera una splendida fotografia (di Chris Menges), capace di valorizzare sia l'incanto dei paesaggi dell'Irlanda sia l'efferatezza della guerriglia. E le scene che illustrano quest'ultima costituiscono il cuore pulsante dell'opera e il suo più alto pregio. Se è probabile che molti accadimenti storici siano stati omessi, semplificati o riadattati, nel contempo essi permangono ciò che sul serio interessa lo spettatore. Non si resterà delusi. Tali sequenze sono dirette in maniera impeccabile, dinamica, con un notevole impatto visivo (ed emotivo, di conseguenza) che nulla hanno da invidiare alle più grandi produzioni.
Il personaggio di Michael Collins (Liam Neeson) è fonte di sicura ispirazione, massimamente fra gli estimatori della storia irlandese. Ma tutte le prestazioni sono di prim'ordine, nello specifico citerei Éamon de Valera (Alan Rickman), con la sola eccezione rappresentata da Kitty Kiernan (Julia Roberts): il suo personaggio non è affatto importante e si conferma sacrificabile, almeno nella veste proposta.
Voto: 3,5/5. Un racconto che ha saputo scongiurare il rischio dell'apatia memoriale, puntando tutto sull'affabulazione dei valori e del simbolismo incarnati nel patriottismo.
1916, durante la Rivolta di Pasqua. I rivoluzionari irlandesi si arrendono, dopo aver resistito per sei giorni presso la sede centrale delle poste di Dublino, alla schiacciante forza militare dell'esercito inglese. Tra i leader solo ad Éamon de Valera, cittadino americano, viene risparmiato il plotone d'esecuzione. Michael Collins e il suo caro amico Harry Boland si trovano così a essere i nuovi capi del movimento d'indipendenza. Collins si butta a capofitto nella lotta politica e militare contro il dominio britannico, viaggiando per il Paese e facendo proseliti con i suoi discorsi di grande efficacia e con la sua personalità magnetica. Organizzerà una forza segreta impavida - i Volontari Irlandesi - che sferrerà attacchi, sbucando dal nulla, contro l'esercito e la polizia inglesi.
Non male, davvero. Belle musiche. In particolare, del lavoro del compositore Elliot Goldenthal, ho apprezzato le sonorità proprie dell'Irlanda, che sono inconfondibili. Hanno contribuito, per alcune tracce, pure la cantautrice Sinéad O'Connor e il tenore Frank Patterson, ovviamente entrambi irlandesi.
Modificherei la sotto-trama relativa a Kitty Kiernan. Andrebbe riformulata, se non del tutto tagliata.
Se anche non fosse il suo miglior film, almeno nel genere, sarebbe comunque molto vicino ad esserlo.
Impegnato e calato nella sua parte, riesce a dimostrarsi un credibile e convincente Michael Collins. Ottimo.
Una svampita Kitty Kiernan, al centro di un superfluo triangolo amoroso.
Un più che discreto Harry Boland, sebbene un po' in ombra.
Pure questo Éamon de Valera rientra fra quei ruoli che meglio gli si confanno. Bravo, come sempre del resto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta