Regia di Michael Cimino vedi scheda film
VOTO : 7.
Questo di Cimino, arrivato sei anni dopo il suo precedente lavoro e che ad oggi rimane pure il suo ultimo (insomma la fama di regista maledetto lo ha contrassegnato da “I cancelli del cielo”, nonostante altri lavori di qualità fatti in seguito), è un film imperfetto, ma evocativo e potente.
Parte come un thriller, ma poi, quando scorrazza per le strade americane, cambia completamente registro comunicativo.
Un film estremo che nulla ha da spartire con il cinema americano (ed infatti anche questo non è certo stato sponsorizzato in modo alcuno), mette in scena una ricerca spirituale, interrogandosi sulla vita viaggiando verso il sole.
Presa in mano la storia, presenterebbe contrapposizioni fin troppo marcate (un mulatto malato terminale ed un dottore in carriera in ostaggio), ma Cimino le lavora ai fianchi e quello che ne esce è un film che va ben oltre a quanto ci si aspetterebbe.
Lo fa prendendosi i suoi tempi, non si piega di fronte alle necessità produttive e coltiva il suo messaggio, ovvero una ricerca universale delle proprie radici, quando la vita sta irrimediabilmente per finire.
Epico, sicuramente eccessivo, a tratti smodato, insomma ci troviamo tutto il Cimino incontrollabile e libero.
Così, se è un peccato mortale che questo rimanga quasi sicuramente il suo ultimo lavoro (e pensare che son passati circa quindici anni, sigh!), dall’altro è un bene che si sia seppellito, cinematograficamente parlando, rimanendo ribelle e fedele a se stesso.
Da amare, o magari anche odiare, ma in ogni caso non è un film che passa via senza lasciare un segno.
Da provare.
VOTO : 7.
Imperfetto, eccesivo, visionario, indipendente da ogni logica di mercato, insomma un grande!
VOTO : 6/7.
Convincente.
VOTO : 6/7.
Sempre all'altezza.
VOTO : 6++.
Soddisfacente.
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