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Ancora vivo

Regia di Walter Hill vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Ancora vivo

di axe
6 stelle

Ad inizio anni '30, nel polveroso paese di Jericho, in Texas, vicino al confine con il Messico, giunge a bordo di una Ford, da non si sa dove, in fuga da non si sa chi, un tale che si fa chiamare John Smith. Immediatamente coinvolto in una lotta tra due bande - i siciliani di Strozzi e gli irlandesi di Doyle - che si contendono il controllo del contrabbando di alcolici, anche a causa dell'istintivo interesse verso un bellissima donna dai lineamenti indiani, di fatto prigioniera del boss del gruppo degli irlandesi, si destreggia tra accordi immediatamente disattesi, sparatorie, agguati. Buon film di Walter Hill, del quale ho apprezzato diverse altre opere, oltre al celebre "I Guerrieri Della Notte"; è, di fatto, un remake, leggermente modernizzato, del capolavoro di Sergio Leone "Per Un Pugno Di Dollari", a sua volta ispirato ad un'opera di Akira Kurosawa. L'elemento che più ho apprezzato di questo film è la ricostruzione dello scalcinato paese di Jericho, nel quale convivono elementi di diversi periodi storici. Gli anni epici della "conquista del West" sono ormai trascorsi da tempo; alcuni miti di quell'epoca sopravvivono come vuoti simulacri di quello che furono, mentre dettagli di modernità irrompono, apparendo fuori luogo e quasi irreali, nella staticità dell'ambiente, geografico e sociale. Militari corrotti di un Messico in eterno subbuglio; una bellissima e misteriosa donna, metà messicana, metà indiana; uno sceriffo ormai esautorato, eppure ancora al centro dell'azione; un villaggio in legno; rivoltelle ottocentesche viste e riviste nei film western; tutto ciò è affiancato, sulla scena, da improbabili mafiosi in doppio petto, "nostalgici" della ruggente malavita di Chicago, della quale vorrebbero replicare gli sfarzosi costumi in un paesino quasi insignificante; pistole e fucili semiautomatici; veicoli a motore in gran numero. Su questa ambientazione Walter Hill costruisce un film dall'impianto tipicamente western. John Smith, interpretato da un - anche troppo - granitico Bruce Willis, barcamenandosi tra rivalità, odi, interessi, tradimenti, doppi e tripli giochi, riesce a far piazza pulita, a suon di sparatorie, dalle quali esce quasi sempre indenne, dei criminali del villaggio, il quale, infine, vede una speranza di rinascita. La trama è leggermente confusionaria. Benchè la voce narrante del protagonista aiuti, è richiesta una buona dose di attenzione per ricostruire l'intreccio di alleanze e tradimenti. Quasi tutta la durata del film è occupata dalle sequenze di azione; il livello della recitazione è senza infamia e senza lode. Gli attori interpretano personaggi senza speranza, le cui vite sono costantemente in pericolo. I malavitosi di Jericho sono semplici pedine nella grande scacchiera del crimine organizzato in America; non possono che sognare l'opulenza della vita nelle grandi città, della quale tentano senza successo di replicare il modello nella sperduta località di frontiera; gli abitanti della cittadina sono rassegnati ad una vita di paura e pericoli, almeno fino all'arrivo del misterioso John Smith, il quale, dopo aver "ripulito" il territorio si allontana riprendendo la sua vita randagia. Il film è comunque piacevole; ma ritengo che Walter Hill sprechi un po' l'evocativa ed originale ambientazione che ha saputo creare, per sciogliere l'intreccio con una ordinaria sequenza di, non sempre realistici, scontri a fuoco.

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