1932, Texas, Proibizionismo: John Smith è diretto in Messico, ma decide di fare una sosta nella cittadina di Jericho, vicino al confine. Qui si trovano due gang in lotta tra di loro, quella degli italiani con a capo Strozzi, e quella degli irlandesi di Doyle, ed il becchino è pieno di lavoro. Smith mostra di essere un tipo tosto eliminando uno dei luogotenenti di Doyle, poi comincia a fare il doppio gioco spingendo le due gang una contro l'altra. Ma il nostro eroe ha un debole per il gentil sesso, ed inoltre si prospetta all'orizzonte un massiccio intervento dei Texas Rangers....
Il Film
La pellicola è un remake autorizzato di Yojimbo, un'opera di Akira Kurosawa, che però si era ispirato a sua volta in generale ai western di Ford ed in particolare ad un film tratto da un libro di Dashiell Hammett. In verità, se sostituiamo le auto con i cavalli siamo in pieno west, con tanto di one horse town, saloon, sparatorie e tutto l'armamentario del genere. Ed allora otteniamo "Per Un Pugno Di Dollari", che del film del regista giapponese riprende anche le inquadrature.
Il film parte molto bene, il ritmo è buono, interessante la fotografia, la vicenda suscita interesse, pur se con qualche esagerazione (quando John Smith spara al luogotenente di Doyle questi viene scagliato indietro di almeno una decina di metri). Verso metà però l'effetto iniziale comincia a scemare, si percepisce la mancanza di un'evoluzione del plot, alcune situazioni si rivelano poco convincenti e sopraggiungono palesi inverosimiglianze a minare la considerazione nei confronti della pellicola (una tra tutte: il ricercatissimo John Smith assiste dal finestrino di una macchina, a pochissimi metri dalla gang che gli sta dando una caccia spietata, all'eliminazione dei rivali tanto tonti da uscire tutti dalla porta principale del locale in cui si trovano e farsi ammazzare uno ad uno, mentre sul retro non c'è nessuno). Il finale riscatta in parte il giudizio sul film che seppur guardabile non è però all'altezza delle aspettative.
Il cast dà complessivamente una buona prova, Bruce Willis non è meno espressivo di Clint Eastwood, mentre Christopher Walken si rivela ancora una volta magistrale, la quintessenza di un attore leggendario.
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