Regia di Don Siegel vedi scheda film
Si comincia con una rapina finita nel sangue ma fruttata un sacco di soldi, anche troppi: non ci vuole molto a capire che quella banca di un paese vicino al confine con il Messico era in realtà il deposito di una banda criminale, e che quindi i nostri si sono messi in guai seri. A quel punto Matthau fornisce una delle migliori prove della sua carriera: un uomo che ha appena perso l'amata moglie ma non può macerarsi nel dolore, perché ci sono problemi pressanti da risolvere e lui deve pensare a sopravvivere. Per prima cosa parcheggia in un camper il complice pivello, a smaltire l’ubriachezza e il mal di denti e soprattutto a fare da esca per il killer (che puntualmente arriva); poi dispiega tutte le risorse della propria intelligenza, giocando come il gatto con il topo contro avversari convinti che i ruoli siano invertiti. Un antieroe ostinatamente solitario, che agisce con fredda determinazione ma anche con ironia e con un pizzico di sommesso romanticismo: “l’ultimo degli indipendenti”, come lo definisce lo slogan della sua piccola impresa di disinfestazione. Dirige Siegel, ma al suo posto poteva esserci benissimo Peckinpah: la prima scena, con le inquadrature del sonnacchioso paese prima dell’arrivo dei rapinatori, sembra l’inizio de Il mucchio selvaggio.
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