Dieci "capitoli" sull'esistenza miserabile di mendicanti e senza casa nella Russia di oggi. Un vero e proprio popolo composto di senzatetto, barboni, poveri, malati di mente, emarginati si riversa nelle strade delle città dopo il crolo del regime comunista. L'ipocrisia propagandistica del vecchio regime aveva infatti provveduto a rinchiudere queste persone nei gulag o negli ospedali psichiatrici. Ora che i campi di rieducazione non ci sono più e i manicomi ricoverano solo dei veri malati. Il bubbone esplode in tutta la sua virulenza.
Note
Espressiva, inquietante documentazione in bianco e nero, girata in uno stile che concilia realismo e suggestioni lirico-visionarie. Il tutto è accompagnato da un altrettanto mosso, penetrante commento sui meccanismi e sul significato dell'emarginazione sociale.
Di una sincerità disarmante questa lettera di un uomo a suo figlio non ancora nato, sulle immagini di persone distrutte dalla realtà della vita e di un sistema che non le comprende.
Regista appartato e borderline, Artur Aristakisjan è autore di soli due film, Ladoni – Le palme delle mani e L’ultimo posto sulla terra, rispettiamente del 1993 e del 2001. Una scarsità produttiva riscattata, però, dalla qualità delle singole opere. Si tratta, infatti, di due veri e propri capi d’opera del cinema russo contemporaneo, opere che sembrano provenire da un tempo lontano,… leggi tutto
Campagne, piccoli paesi, luoghi desolati per anime desolate. Uomini persi, folli, reietti in balia degli istinti.
La playlist racoglie dei film che hanno in comune queste caratteristiche (non per tutti il termine…
Regista appartato e borderline, Artur Aristakisjan è autore di soli due film, Ladoni – Le palme delle mani e L’ultimo posto sulla terra, rispettiamente del 1993 e del 2001. Una scarsità produttiva riscattata, però, dalla qualità delle singole opere. Si tratta, infatti, di due veri e propri capi d’opera del cinema russo contemporaneo, opere che sembrano provenire da un tempo lontano,…
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Commenti (1) vedi tutti
Di una sincerità disarmante questa lettera di un uomo a suo figlio non ancora nato, sulle immagini di persone distrutte dalla realtà della vita e di un sistema che non le comprende.
commento di EmpireOfCinema