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Luna e l'altra

Regia di Maurizio Nichetti vedi scheda film

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La recensione su Luna e l'altra

di LorCio
8 stelle

Una fortuna assai iniqua ha ricevuto il genere fantastico-de-noi-altri nel cinema italiano. Uno dei pochi è riuscito in questo campo è senza dubbio Maurizio Nichetti, l'ultimo vero esemplare di artista surreale e fantastico, regista, autore e attore delle sue opere, un autentico factotum che ha attraversato vent'anni di cinema con la sua indole gioiosa e fanciullesca, misurandosi con elfica bravura in film sempre sul limite del credibile. La sua opera migliore, insieme a "Volere volare", è probabilmente questo "Luna e l'altra", una vera gioia per gli occhi dello spettatore, rapito dalle allegre ma malinconiche atmosfere di un paesino milanese del dopoguerra, abitato da personaggi non irrealistici ma singolari. Lo spunto del film è assai originale per il nostro cinema, quest'ombra che si stacca dalla sua proprietaria e inizia a vivere un'esistenza parallela a quella della persona. Che qui è una maestrina tutta d'un pezzo, Luna, emigrata napoletana col nostalgico padre in quel del Nord, che svolge il suo mestiere con passiva serenità e non si rende conto dell'amore che prova nei suoi confronti il gentile bidello, nonché provetto musicista in una banda comunista, Franchini. Quando, a causa di un fulmine che si va a scontrare verso un aggeggio magico sequestrato a due bambinetti, la sua ombra diventa indipendente, la sua vita viene sconvolta: Ombretta, ossia l'ombra, è tutto il contrario di lei e, tra le gioie del padre, intona canzoni napoletane, entra nella compagnia di uno scalcinato circo, facendo furore, e degna di attenzione Franchini. Ma questa insana situazione non può rimanere in talo modo e lo spannung avviene, infatti, in modo apparentemente tragico... Perché nel paesino c'è anche un ordigno ancora inesploso che va "rimosso"... Una favola quasi neoralistica e magica con la quale Nichetti trasmette le sue passioni e i suoi interessi con passione e partecipazione. Il simbolismo è assai praticato e un ruolo determaninante nella storia l'hanno i personaggi di contorno assai convincenti che contribuiscono a rendere l'opera fluida e riuscita anche grazie al loro inserimento negli episodi/gags della storia. Non più cinema comico come "Ratataplan" o "Ho fatto splash!" o "Volere volare", ma commedia sentimentale allegra e malinconica come "Ladri di saponette" o "Stefano Quantestorie". E un ruolo fondamentale l'hanno anche gli artigianali ed efficacissimi effetti speciali, che conferiscono all'opera un'aurea magica ed intensa. Impianto tecnico d'alto livello -specialmente le musiche di Carlo Siliotto- e un cast omogeneo e perfetto nel quale merita una menzione d'onore un Aurelio Fierro che regala momenti di autentica poeticità. E anche il film è poetico, sincero, appassionato. Vola via come un'ombra che si separa dal suo proprietario.

Sulla colonna sonora

Eccellente partitura di Carlo Siliotto.

Cosa cambierei

Voto: 8.

Su Ivano Marescotti

Una macchietta costruita e finemente disegnata da questo ottimo attore poco utilizzato.

Su Maurizio Nichetti

Una recitazione calibrata e misurata.

Su Iaia Forte

La carta vincente del film è quest'attrice napoletana che si sdoppia in due per rappresentare un personaggio unico. Una vera prova d'attrice che le permette di dimostrare le sue ottime doti sia nel registro brillante che in quello più misurato.

Su Maurizio Nichetti

Notevole, sincera direzione che si segnala anche per l'ottimo uso degli effetti speciali.

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