Testimone degli orrori della guerra, Francesco decide di cambiare vita per vivere come Cristo. Si congeda dalla famiglia e fa voto di povertà. Si uniscono a lui Bernardo e Pietro, coi quali si reca da Innocenzo III che approva la prima regola francescana. Inizia così la predicazione, mentre Chiara dà inizio a una comunità femminile. Fino a quando la confraternita perde il suo spirito originario attraverso nuove regole non dettate da Francesco. Questa trasposizione su schermo della vita del santo assisiate appare oggi legata al clima degli anni Sessanta, con tutti i fermenti del Concilio Vaticano II e le avvisaglie del '68. Pur datato, è una chiave di lettura intelligente e sobria, superiore al rifacimento realizzato 23 anni dopo con Mickey Rourke.
Le prime immagini sono sui volti affaticati, segnati dalla fatica dei lavoratori che stanno ai telai di Pietro Bernardone, facoltoso produttore e mercante di tessuti di Assisi. Il giovane figlio Francesco si diverte con gli amici a giocare a fare il cavaliere, sfottere un eremita e vivere allegramente. Convinto da un vero cavaliere parte per combattere e si veste da guerriero, l’abito… leggi tutto
Coerentemente con lo spirito degli anni in cui fu girato, e forse quasi in anticipo su di essi, la Cavani opera una rilettura della figura di San Francesco in chiave sociale e materiale. Recentemente ho sentito una sua intervista alla Radio Vaticana, dove si dichiarava non credente, e lo era senza dubbio anche nel 1966. Il suo Francesco (mai "San", e non a caso) è una specie di riformatore… leggi tutto
Sono plurime le motivazioni per il grande entusiasmo di fronte alla proposizione "tratto da una storia vera". Sentendo queste quattro parole serpeggiare all'interno del pubblico cinematografico, si può arrivare…
Le prime immagini sono sui volti affaticati, segnati dalla fatica dei lavoratori che stanno ai telai di Pietro Bernardone, facoltoso produttore e mercante di tessuti di Assisi. Il giovane figlio Francesco si diverte con gli amici a giocare a fare il cavaliere, sfottere un eremita e vivere allegramente. Convinto da un vero cavaliere parte per combattere e si veste da guerriero, l’abito…
Coerentemente con lo spirito degli anni in cui fu girato, e forse quasi in anticipo su di essi, la Cavani opera una rilettura della figura di San Francesco in chiave sociale e materiale. Recentemente ho sentito una sua intervista alla Radio Vaticana, dove si dichiarava non credente, e lo era senza dubbio anche nel 1966. Il suo Francesco (mai "San", e non a caso) è una specie di riformatore…
Questa biografia andrebbe rivista ogni 4 ottobre. Ammirevole, infatti, non tanto per qualità tecnica quanto per povertà di mezzi, una povertà davvero francescana, che trae la sua forza dalla più assoluta semplicità. Atmosfere dismesse, musiche “del silenzio”, voci sussurrate. Il volto ingenuo di Lou Castel trasmette bene il suo messaggio di carità, per quanto l’incultura sia un…
La Cavani ha esordito con un grande film: il suo sguardo rimane un esempio illustre di obiettività e insieme di partecipazione emotiva, di grande tensione spirituale percepibile dal tramite della carne e dall'umiliazione misericordiosa di un Francesco di Assisi magnificamente incarnato da Lou Castel, che nello stesso anno de I pugni in tasca mette maggiormente in evidenza due scandali simili ma…
ultimamente mi sono occupato sui temi religiosi dopo "la passione di Gesù" - "Le religioni secondo Roberto Rossellini" stavolta lo dedico al grande santo d'Assisi
ottima regista, ultimamente un po' frastornata, Ripley sarebbe un buon film, ma sceneggiato non troppo bene.
L'aspetto a prove più forti, e ne vale la pena..forse a perso un po' troppo tempo con il teatro..
oggi mi sembra un po' fuori fase, anche perché ha abbandonato per troppo tempo.A me piace comunque, anche ora con le dovute riserve, è una grande intelligenza, quindi signori critici, NON OFFENDIAMO L'INTELLIGENZA!!
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Commenti (1) vedi tutti
Vabbè sarà anche un bel Film per alcuni ma personalmente 2h. e poco oltre sono veramente troppo.voto.4.
commento di chribio1