Regia di Luigi Zampa vedi scheda film
Un valido giallo di mafia. L’atmosfera metafisica che avvolge l’immigrata dal nord è emblema del mistero in cui è avvolta la vita quotidiana in Sicilia. Mistero che implica ignoranza, fatalismo, accettazione supina di delitti di cui è impossibile essere sicuri di trovare il movente. Si vede bene la straniazione esistenziale dei personaggi, costretti all’isolamento e alla solitudine da un sistema millenario di ingiustizie impunite, di mandanti inconfessabili. L’impenetrabilità della verità, trapuntata di silenzi, è qui il contrappunto filosofico della secolare ingiustizia del potere in Sicilia, prima della nobiltà e poi della mafia (che poi sono al stessa cosa, a ben vedere).
Zampa qui si avvale di ottima fotografia, così come dello splendido accompagnamento di Morricone. Del gioco delle apparenze fanno le spese le persone che cercano di essere autentiche, così come i poveri, che questo film mostra come oppressi da una classe dirigente che li vuole ignoranti.
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