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Chi si ferma è perduto

Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film

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La recensione su Chi si ferma è perduto

di Paul StGerman
6 stelle

Il film è nella classica routine di Totò che per la prima volta fu diretto dall'allora giovane Sergio Corbucci (classe 1927),che insieme a Peppino De Filippo riescono a dar vita ad una commedia vivace anche se un po' strillona.

Sulla trama

La trama fa parte di un repertorio semplice che si imbatte in lotte per l'avanzamento in ufficio, corna, burini, giovani innamorati...

Sulla colonna sonora

Le musiche di Armando Travajoli sono gradevoli e già permeate di quello che sarebbe diventato il target musicale degli anni '60. La canzone della sigla fu scritta anche da Corbucci.

Cosa cambierei

Pochi particolari nei dialoghi tra Totò e Peppino.

Su Alberto Talegalli

Talegalli è relegato al ruolo di caratterista per non dire comparsa, anche se è un personaggio indubbiamente simpatico; l'attore purtroppo mori l'anno seguente a causa di un incidente automobilistico.

Su Lia Zoppelli

La Zoppelli da quel tocco nobile al suo personaggio anche se risulta un po' anonima e resta anche lei al livello di caratterista.

Su Alberto Lionello

Alberto Lionello è straordinario per la parte che gli viene data, il suo modo di fare gentile, minimamente effeminato in qualche occasione, rende l'idea del personaggio che deve interpretare e crea dei dialoghi molto simpatici assieme al principe.

Su Aroldo Tieri

Aroldo Tieri è per i film di quegli anni grazie agli occhiali spessi e ad un modo di fare deciso e molto colto il classico dirigente di fabbrica o comunque una persona impiegata di una certa importanza.

Su Peppino De Filippo

Peppino De Filippo crea una simbiosi con Totò e per tutto il film riesce ad alternare momenti di ilarità, gelosia per la bella moglie francese e imbarazzanti per l'arrivo di una ragazza spudorata nel suo ufficio. Sarebbe offensivo definirlo spalla.

Su Totò

Il Principe non si può dire che sia il protagonista assoluto di questo film, senza Peppino De Filippo la trama non starebbe in piedi in effetti la simbiosi sopra nominata ha un senso.

Su Sergio Corbucci

La regia non risulta particolarmente brillante e la fotografia è in bianco e nero, anche perchè per il principe Totò era meglio così per i suoi occhi malati, in definitiva non si può dire che sia mal diretto ma la storia molto semplice porta a scene domestiche tutto sommato tranquille. La scena nel vagone ferroviario invece è gradevole e ben girata, soprattutto perchè non è frutto di quei lavori posticci fatti i studio che trasudano finzione da ogni fotogramma.

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