Regia di Harold Ramis vedi scheda film
Non me l'aspettavo: è davvero divertente! Sebbene ad intermittenza assuma gli sminuenti contorni di una elegante sit-com e si dimensioni per il piccolo schermo, gli effetti speciali ce ne rammentano l'esatta origine (che in realtà non appare tale). In considerazione di tale difetto, il voto cala sensibilmente. Ciò non toglie che alcuni dialoghi e situazioni concernenti la bizzarra gestione del dono dell'ubiquità e gli equivoci derivanti dagli ineluttabili scambi di persona siano inimitabili e scatenino copiosa ilarità. Eccessivo forse ricercare tra le righe un discorso vero e proprio incentrato sullo smarrimento della propria identità, di sicuro però Ramis, dopo "Ricomincio da Capo", si diletta nuovamente a soppesare l'elemento 'tempo', quantitativamente e qualitativamente, ma in maniera troppo elusiva e scarsamente pregnante questa volta. Impareggiabile il trasformismo di Michael Keaton.
Difficile separare le espressioni adorabili da quelle languide e leziose faccette con cui si lascia andare a tratti. Può dare di più. Assolta causa la pochezza del ruolo e la modestia del regista.
Si fa letteralmente in quattro e con grande versalità caratterizza quattro personaggi identici con un profilo caratteriale differente. La cosa funziona a meraviglia. Complimenti.
Nonostante la validità della proposta, la foggia è assolutamente mediocre.
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