Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
Quando non sfrutta la sua vena più epica e corale, “Apocalypse now” e la saga de “Il padrino”, per intenderci, Francis Ford Coppola si diverte con favole colte e con spesso al centro figure di ragazzi. Non ne è esente “Jack”, penultimo film prima della pausa di quasi un decennio interrotta col recente “Un’altra giovinezza”, una parabola toccante e piacevole che pone l’attenzione su un bambino affetto da una rara malattia: le cellule di Jack, questo il nome del ragazzino, si sviluppano con una velocità quattro volte superiore alla media, così da avere l’aspetto di un quarantenne all’età di dieci anni. Su consiglio dell’affettuoso precettore, che viene ogni giorno ad educarlo a casa, i genitori decidono di mandarlo a scuola. Inizialmente nascono problemi, ma poi riuscirà a farsi accettare e a vivere da bambino normale. Finché non si renderà conto che non potrà mai essere come gli altri. Epilogo con Jack che si diploma e dimostra settant’anni. Che bella favola moderna, colta ed educata, diretta con la delicatezza dei grandi in maniera semplice e ragionata, rivolgendosi ad un pubblico vasto ed intelligente. Illuminata da una luce poetica e vispa, la parabola di “Jack” trasmette un messaggio potente e robusto: non sprecate la breve vita che ci è stata donata. Rafforzato da un cast di comprimari mai invadente né inopportuno, chi vale tutto il film è un indimenticabile Robin Williams, mimica facciale ed atteggiamenti che non scimmiottano quelli dei bambini, ma che li riecheggiano con discrezione e acutezza. Ed è umanamente impossibile non commuoversi negli ultimi cinque minuti, quando il vecchio giovane Jack tiene un timido discorso davanti ai suoi coetanei, il giorno del diploma. Tenerissimo.
Musiche allegre.
Voto: 7.
Il padre amorevole e premuroso.
La maestrina dolce ed affettuosa. Ma perché solo io ho avuto maestre racchie? Anch’io avrei voluto Jennifer Lopez come insegnante… ma non come attrice, per carità!
Eccellente nel ruolo del saggio precettore che vuole ancora divertirsi come un bambino. È stato la star de “I Robinson”.
La madre amorevole e premurosa.
Assolutamente indimenticabile, sincero e acuto nell’impersonare un decenne con il corpo di un quarantenne. Ha la fortuna di avere gli occhi di un bambino. Impossibile non commuoversi all’epilogo. Fantastico.
Delicata e mai invadente.
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