Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Dopo il fallimentare "Legend" Ridley Scott torna al cinema classico e si affida al genere thriller, confidando sulla sua innegabile abilità nel creare tensione. Affidandosi ad un copione dell'esperto Howard Franklin (regista del sottovalutatissimo "Occhio indiscreto") Scott costruisce un giallo molto elegante in cui l'aspetto più interessante è il confronto tra due mondi, due classi, due modi di vivere sostanzialmente inconciliabili: da un lato l'alta società di New York di cui fa parte la testimone del titolo, alle prese con feste, ricevimenti, mostre d'arte e lussi di ogni tipo e in cui l'unica preoccupazione sembra essere scegliere il vestito o la cravatta giusta per la serata; dall'altro il quartiere del Queens, uno dei più poveri di New York, dove vive con la sua famiglia il detective Mike, incaricato di sorvegliare la testimone. Scott punta la sua attenzione sulle differenze di stili di vita tra i due protagonisti, evita ridondanti, ripetitive e spesso inutili sequenze d'azione, crea, grazie anche ad una colonna sonora efficace e jazzistica, un'atmosfera avvolgente, affascinante e molto di classe, concentrandosi soprattutto sulle psicologie dei personaggi, sull'evolversi dei loro rapporti (tra Mike e la testimone e tra Mike e la moglie) e sui dialoghi raffinati. Purtroppo però il copione, nell'ultima parte, sbanda paurosamente e lascia perplessi tutti gli amanti del genere poliziesco. La soluzione finale con il killer che ricatta Mike, minacciando la sua famiglia, è decisamente banale e risaputa così come il facile e molto americano happy end. Buono comunque il cast tra cui spiccano Tom Berenger, all'epoca all'apice della carriera, Mimi Rogers, ex signora Cruise e Lorraine Bracco, attrici troppo spesso sottoutilizzate. Un'opera incompiuta, a tratti stanca e piuttosto noiosa, non priva di elementi di fascino ma certo ben lontana dai film più significativi di Scott.
Voto: 6
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