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Tokyo Ghoul

Regia di Kentarô Hagiwara vedi scheda film

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La recensione su Tokyo Ghoul

di alan smithee
5 stelle

Tokyo oggi. La popolazione è seriamente minacciata dalla presenza di esseri, apparentemente comuni mortali, in grado di mimetizzarsi perfettamente tra la folla, salvo poi aggredire le proprie vittime e cibarsi dei loro corpi. Mutanti dalle sembianze umane, affamati ed in grado di cibarsi rigorosamente ed unicamente ci carne umana, non prima di aver messo a punto la mutazione che li rende come umanoidi armati di pericolosi e micidiali tentacoli in grado di fare scempio dei corpi di chi hanno individuato come loro prossima vittima.

Kaneki, timido ed impacciato studente, avvicinato da una bella coetanea che finalmente pare accorgersi di lui, cade nel tranello del pericoloso predatore ma riesce ad essere tratto in salvo in extremis. Il suo corpo, riportato in vita in laboratorio, rimane soggetto ad una mutazione che lo rende un ibrido tra le due specie in lotta tra loro, con conseguenze non solo fisiche ma pure psicologiche, in grado di animare il ragazzo fino a farlo diventare uno dei punti di forza della lotta di resistenza della civiltà umana contro il proliferare dei micidiali "ghouls".

Trasposizione cinematografica dell'ennesimo manga, questa volta ad opera dell'autore Sui Ishida, Tokyo ghouls, già oggetto di una serie Tv a cartoni, assume qui la struttura di un adrenalinico teen-movie dai risvolti horror, che nasconde, dietro l'apparente struttura da thriller, una più complessa disamina sulla mostruosità che si cela dietro le apparenze di una società dai modi e tratti ammiccanti e accattivanti, che sfrutta tutte le sue armi più subdole per ingannare le sue vittime, facendosi largo ed avendo la meglio ai danni delle menti più condizionabili e plagiabili.

Di fatto, la cosa più interessante del film, che sfrutta personaggi e caratteri non proprio originali o innovativi, rimane la complessa strutturazione anatomica che finisce per descrivere e caratterizzare, in tutto il suo raccapricciante complesso mutamento corporale, la figura dei mutanti affamati e parassiti:  un complesso prolungamento vertebrale che genera magli o aculei ognuno morfologicamente diverso da individuo ad individuo, a comporre le diaboliche e perverse fattezze di un'orda di parassiti resi folli dall'attrazione assoluta che il corpo umano, con il suo odore inconfondibile, il suo gusto inebriante, rappresentano di fronte al micidiale nemico, come unico possibile risultato atto a placare, anche solo per qualche istante, la bramosia di un sentimento insopprimibile che piega questi predatori micidiali allo stato di vittime, succubi della propria forza e dipendenti come vampiri da quel pasto fondamentale, ma sempre da conquistarsi ogni volta che la fame torna a divenire un'impellenza non più procrastinabile.

Regia dinamica ed efficace a cura del giapponese Kentaro Hagiwara, qui apparentemente al suo esordio nel lungometraggio di narrazione. 

 

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