Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
Mastodontica allegoria della Germania nazista, rappresentata con un quadretto di famiglia ben poco rassicurante e pregno di difetti e bassezze: crudeltà, amoralità, doppiogiochismo, insensibilità, depravazione, i Von Essenbeck non si fanno mancare niente. Visconti non rinuncia alla sua (sempre troppo perfettina?) rinomata eleganza pur affondando questa storia nello squallore e nella decadenza di una famiglia e di un popolo; accanto ad una sobria e patinata forma troviamo un'altrettanto elaborata, raffinata sostanza, decisamente abbondante per numero di personaggi e quantità di accadimenti. Due ore e mezza sembrano tante, ma in realtà potrebbe essere solo l'inizio di uno smisurato serial. In sceneggiatura il regista è affiancato da Medioli e Badalucco, fra gli interpreti vanno senz'altro menzionati Bogarde e la Thulin (ma i nomi di spicco sono tanti).
1933, la Germania sta per andare in mano a Hitler. Saga della famiglia Von Essenbeck, titolare di un'importante acciaieria, il cui padrone è il capostipite Joachim, che decide di appoggiare da subito l'ascesa del nazismo. Ma fra i suoi discendenti non tutti la pensano come lui e gli intrighi (che culmineranno nel suo assassinio) sono in arrivo.
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