Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
Un bel film, certamente, pur non risultando proprio sullo stesso livello di "Morte a Venezia": "La caduta degli dei" è una saga germanica dalle molteplici ascendenze culturali in cui Luchino Visconti rappresenta la funesta ascesa del Nazismo attraverso il microcosmo di una famiglia di ricchi industriali della Ruhr, i cui membri sono dilaniati da una serie di conflitti personali. Come spettacolo risulta serrato e avvincente, grazie ad un ottimo lavoro di sceneggiatura svolto da Visconti insieme ai suoi collaboratori Nicola Badalucco ed Enrico Medioli, pur peccando talvolta di un certo effettismo un po' gratuito ed esteriore nella resa di alcune sequenze. Grande compagnia di attori, tutti perfettamente a proprio agio, fra cui Helmut Berger nel primo dei suoi ruoli da cattivo per Visconti, che fa anche un'ottima imitazione en travesti della Marlene Dietrich dell'Angelo azzurro, molto apprezzata dalla stessa attrice, Ingrid Thulin e Dirk Bogarde, entrambi senz'altro al meglio delle proprie possibilità. La trama è molto ben congegnata e la regia la serve in maniera ammirevole: i temi sono quelli tipici della disgregazione familiare, della violenza nei rapporti umani, dell'avidità e della corruzione. Molti colpi di scena che tengono desta l'attenzione dello spettatore, con un'ombra di compiacimento per certe scelte a mio parere discutibili (l'incesto fra Berger e Thulin poteva essere reso in maniera forse più allusiva). Nella fase conclusiva della carriera viscontiana è stato uno degli esiti più fortunati con il grande pubblico, un film che vinse anche premi importanti come il nastro d'argento per la migliore regia, indubbiamente un film importante ed iconico ma un gradino sotto ai suoi più grandi capolavori.
VOTO 8/10
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