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Avengers: Infinity War

Regia di Anthony Russo, Joe Russo vedi scheda film

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La recensione su Avengers: Infinity War

di alan smithee
5 stelle

Succede che nell'Universo esistono sei gemme strategiche, in grado di regolare i ritmi dell'intero creato e che il cattivo Thanos se ne voglia impadronire per questioni legate alla propria spiccata, incontenibile propensione al comando: tre o quattro il gigante già le possiede, mentre le ultime si affanna a cercarle ed uno dei luoghi ove si sospetta possano giacere, è il pianeta Terra, che viene subito sottoposto ad un controllo e sovrastato da un'immensa astronave circolare, dato che né Thor, né Hulk riescono a fermare quella pericolosa minaccia.

Sul nostro pianeta gli Avengers vivono un periodo di scarsa considerazione, anzi pare che proprio il gruppo sia stato sciolto (ma cosa siamo? una rock band? si chiede ironico Banner) toccherà a Tony Stark (Iron Man) e Dottor Strange, più Bruce Banner (Hulk) ricatapultato sulla Terra, e il giovane Spider Man fuggito da una gita di classe, organizzarsi per tenere a freno la minaccia; ma nemmeno Capitan America, da tempo in rotta con Stark, se ne sta a guardare e cerca aiuto presso T'challah-Black Panther e il suo regno in centro Africa, proprio nel momento in cui anche Visione torna nei ranghi.

Robert Downey jr.

Avengers: Infinity War (2018): Robert Downey jr.

Chadwick Boseman

Avengers: Infinity War (2018): Chadwick Boseman

scena

Avengers: Infinity War (2018): scena

Nell'universo intanto Thor si riprende dalla disfatta e, soccorso dai Guardiani della Galassia, cerca di fermare Thanos, che si scopre anche il padre della bella eroina dalla pelle verde che tiene testa a questo ultimo pazzerello manipolo di eroi intergalattici.

Questo ultimo lunghissimo, interminabile Avengers è più che mai un frullato di superpoteri, che raggruppa anche supereroi originariamente estremamente legati alla riservatezza e alla privacy, per i quali sarebbe stato impensabile, sulla carta stampata ipotizzare una collaborazione col gruppo: caso esemplare quello dell'Uomo ragno, qui "ridotto" a liceale simpatico, brioso, scanzonato, ma anche un po' tanto fancazzista.

Chris Evans

Avengers: Infinity War (2018): Chris Evans

scena

Avengers: Infinity War (2018): scena

Circostanze che farebbero rabbrividire i fans ormai 50/60enni dei fumetti originari.

E, per restare in argomento privacy, la vanagloria delle star che interpretano i relativi supereroi è tale per cui lungo tutto il film quasi ogni star appare sempre e completamente a volto scoperto (vedasi Chris Evans-Capitan America, ma pure lo stesso altrimenti riservatissimo baby-Spider Man). E l'escamotage di Hulk che non si trasforma per lasciare più spazio alla sua star-alter ego-Mark Ruffalo ne costituisce una ulteriore conferma.

In fondo questo multimilionario ultimo Avengers, passato tra le abili mani dei due lanciatissimi fratelli Anthony e Joe Russo già responsabili dei due ultimi lodevoli Capitan America, è un guazzabuglio gradasso e rutilante a tratti gradevole, spiritoso, altisonante, chiassoso e debordante che punta sulla quantità e finisce per ottenere ciò che vuole; strategicamente la tattica del "minestrone" risulta commercialmente ineccepibile, i risultati al botteghino parlano molto chiaro.

Sebastian Stan

Avengers: Infinity War (2018): Sebastian Stan

scena

Avengers: Infinity War (2018): scena

Personalmente tuttavia, il meccanismo dell'accumulo e del frullato, mi sfinisce piuttosto presto, ben prima che siano trascorse quelle lunghe due ore e 36 minuti di storia a mosaico, tutta episodi alternati che in qualche modo poi funzionano; centrano il bersaglio, non possiamo negarlo, in nome di un cinema usa e getta che va ingurgitato tutto d'un fiato, come intrattenimento che è tutto fuorché cinema inteso come arte, reo altresì, o prima ancora di tutto, di tradire il cuore puro di chi ha conosciuto da ragazzo, negli anni '70, il carattere originale ed autentico, quindi quasi sempre ombroso e tutt'altro che ridanciano, di quasi tutti i supereroi Marvel che compongono questo gruppo variegato di persone fuori dal comune. 

E anche tutte quelle astronavi.... nei fumetti Marvel mancava completamente o quasi, almeno nelle pagine de I Vendicatori (non così ad esempio ne I Fantastici 4) quella sensazione qui perenne, di trovarsi sistematicamente a contatto con minacce da altri mondi e al centro di una vera narrazione di fantascienza.

Sensazioni o sospetti di travisamento.... se non proprio di tradimento.

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