Regia di Anthony Russo, Joe Russo vedi scheda film
Infinity War. Infinity Marvel.
Ormai serve una mappa di navigazione per orientarsi nell’universo cinematografico Marvel, tra sequel, prequel, spinoff, crossover e via discorrendo. Una serialità propria della Tv che è approdata da tempo al cinema (con il primo Iron Man, correva l’anno 2008) e che trova conferma in questo ultimo per ora film , tentando di fidelizzare anche lo spettatore più restio a questo tipo di cinema, per non parlare dei critici, adesso tutti saliti sul carro dei vincitori. Eh si perché il successo dell’operazione commerciale (qualcuno dirà che questo non è cinema) va ben oltre quello sessantennale dei fumetti, mettendo d’accordo quasi tutti, critica e soprattutto pubblico, visti gli incassi faraonici.
La trama è presto detta: Thanos, dio della morte, si è messo in testa di recuperare le sei gemme dell’infinito, grazie alle quali può annientare l’universo (diciamola breve breve); a difesa delle ultime due gemme da recuperare che si trovano sulla terra, si schiereranno contro di lui gli Avengers , supportati dai Guardiani della Galassia e da tutta la sfilza di personaggi Marvel più conosciuti ed apparsi in altre pellicole di successo (Spider-Man, Doctor Strange, Black Pather e via dicendo).
I fratelli Russo spingono sull’accelleratore, il film praticamente non ha tempi morti, grazie ad un racconto che alterna diversi piani narrativi mescolandoli con una miriade di scontri impressionanti e tecnicamente superbi. Il duo in cabina di regia riesce nell’impresa di amalgamare tutti i protagonisti concedendo il giusto spazio ad ognuno, accontentando i fan che non potranno sbraitare perché il proprio beniamino è stato messo in disparte. Frizzantino nei dialoghi da commedia, il film riesce a far ridere senza rinunciare ad esser epico quando serve. Il villain poi è particolarmente riuscito, ha una sua logica di mondo che lo rende ricco di sfumature e carismatico più dei nostri.
Un lavoro ben fatto, di molto superiore ai primi due film sui vendicatori (mediocri, diciamolo pure), ultracitazionista, autoreferenziale, eccessivo, divertente.
In fondo irresistibile.
Ah dimenticavo, intellettuali si astegano .
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