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Gloria Bell

Regia di Sebastián Lelio vedi scheda film

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La recensione su Gloria Bell

di Furetto60
6 stelle

Discreto remake di "Gloria" stesso regista, ma altri interpreti e altro contesto geografico.

Gloria è una donna cinquantenne, con un divorzio alle spalle, due figli grandi, un lavoro poco interessante. È sull'orlo di una crisi di nervi, ma è ancora vitale e pronta a rimettersi in gioco, per niente rassegnata. Tracanna cocktail, con sulle labbra l’immancabile sigaretta, non rifiuta il sesso occasionale, ma spera ancora in un amore vero, che cerca sulla pista da ballo o seduta al banco di un bar. Vive da sola, se non fosse per un gatto che si intrufola costantemente nella sua abitazione, nonostante le rimostranze di lei. Una sera incontra Arnold, alias John Turturro, un divorziato timido, si piacciono, vanno a letto, si frequentano, ma le cose non vanno esattamente come dovrebbero, Arnold è sostanzialmente infantile e soprattutto non riesce a recidere il cordone ombelicale, con le figlie ormai grandi. Gloria Bell è l'auto-remake di Sebastian Lelio di Gloria film cileno del 2013 presentato alla 63ª Berlinale, dove l'attrice protagonista Paulina García, aveva vinto il premio per la miglior interpretazione femminile. Evidentemente per Sebastian Lelio, la sua Gloria aveva ancora qualcosa da dire, in un’altra lingua e in un altro Paese, cosi sostituisce Paulina García con Julianne Moore, e mette John Turturro al posto di Michael Cera, sposta il film dall'America del Sud all'America del Nord e da Gloria realizza Gloria Bell. Julianne Moore è più allegra e naturalmente più affascinante di quella minimale e dolente interpretata da Garcia. Sullo sfondo Los Angeles sostituisce Santiago e Lelio, accortamente, adatta i meccanismi al cinema hollywoodiano, cosi se nel film originale Gloria rappresentava il volto contemporaneo del Cile e le speranze del regista per il proprio Paese, qui non c’è quel radicamento, e la storia assume un significato più universale, A fare molto la differenza in questo remake, però, è il miglioramento della messa in scena. Oltre a un lavoro di rifacimento di alcuni dialoghi per renderli pertinenti alle diverse aree geografiche ,c'è anche spazio per il perfezionamento di alcuni simbolismi, il gatto, che continua a introdursi nell'appartamento di Gloria, è metafora della vita, che volente o nolente trapela e si fa strada "Chiudo tutto e lui riesce comunque a rientrare." afferma Gloria, "Forse vuole dirti qualcosa." Nell’originale la regia ci infilava un pavone, qui il copione viene correttamente scremato e il volatile non c’è più, mentre semplicemente il gatto alla fine viene accolto e adottato. La fotografia, ruvida di Benjamin Echazarreta nell'originale, viene affidata a Natasha Braier che la affina notevolmente. Molte scene rimangono invariate, ma alcune vengono tecnicamente migliorate. Per esempio, la cena di compleanno del figlio di Gloria, occasione per presentare il suo nuovo compagno a tutta la famiglia, la situazione inspiegabilmente degenera in una nostalgica e inappropriata rievocazione dei bei tempi andati con l’ex marito, che mette in crisi Arnold, fino a spingerlo all'abbandono della cena senza saluti. Per rendere il senso di questo quadretto familiare la regia, ricorre a due semplicissime variazioni nell'inquadratura: una progressiva sfocatura di Arnold e una piccola e lenta panoramica che si concentra sulla famiglia momentaneamente ricreata, incorniciandola e lasciando progressivamente fuori dal campo Arnold. Dall’inquadratura viene esclusa anche la nuova compagna dell'ex-marito di Gloria, La porzione di spazio circoscritta, diventa così cornice ideale per questo inaspettato momento di revival affettivo. Allo stesso modo ciò che nel film del 2013 veniva esposto con tre inquadrature, viene qui sintetizzato, con un unico piano-sequenza, che racchiude in maniera più fluida e compatta, l'essenza del film, valorizzando in tempo reale l'abilità con cui Julianne Moore anima progressivamente la vitalità di Gloria. Ottima e suggestiva la fotografia, che alterna il pesca pastello a colori al neon e orecchiabile la colonna sonora, con le musiche di Gloria di Umberto Tozzi, che immancabilmente sentiamo nella versione di Laura Branigan e le note di Ring By Bell di Anita Ward e di A Little More Love di Olivia Newton-John e Love Is In The Air di John Paul Young, canticchiate dalla protagonista.

 

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