Regia di Alessandro Benvenuti vedi scheda film
“I Giancattivi” erano tre: Alessandro Benvenuti, Athina Cenci e Francesco Nuti. Dagli anni settanta ai primi anni ottanta sono stati un trio comico toscano molto apprezzato. Non proprio formidabili come “La Smorfia” di Troisi-Arena-Decaro ma ugualmente bravi e originali. AD OVEST DI PAPERINO diretto da Alessandro è l’unico documento cinematografico del gruppo e anche primo e ultimo atto. Benvenuti negli anni ottanta – mentre Nuti imperversava ai botteghini – ha sempre mantenuto un low profile alternando teatro, regie e interpretazioni. Partecipazioni trash come in CARABINIERI SI NASCE di Laurenti e caratterizzazioni perfide come in SOLDATI – 365 GIORNI ALL’ALBA di Marco Risi e COMPAGNI DI SCUOLA di Verdone. Poi una serie di regie: BENVENUTI A CASA GORI, CAINO & CAINO, IVO IL TARDIVO e BELLE AL BAR. Nel ’96 gira il seguito del primo titolo RITORNO A CASA GORI, tratto come l’altro da una piece teatrale scritta insieme a Ugo Chiti e qui completata in sceneggiatura dalla Verdoniana Francesca Marciano, con qualche variazione e new-entry nel cast. Egli stavolta fa partire e ruotare le vicende della suddetta famiglia intorno alla salma di Adele. Gino è il vedovo inconsolabile, Libero il cognato depresso e marito di Bruna, sorella dell’Adele e perno centrale della famiglia. Danilo è il figlio scapestrato di Adele e Gino, reduce da un furto di gioielli in una villa nasconde la refurtiva nella bara della madre. Sposato con la seria e posata Cinzia, ha una sorella Sandra in fase spirituale che col marito Luciano sono stati costretti a rientrare in fretta e furia per la morte della zia dal Ghana dove dovevano ricostruire i cocci del loro matrimonio. E poi c’è nonno Annibale in sedia a rotelle inviso al Gino, il ritardato e onanista Faustino, le nipotine impertinenti Futura e Carlotta, l’amante di Bruna, i parenti con la lingua lunga etc. Il tutto si svolge tra la veglia e le ore precedenti il funerale in cui affiorano ed esplodono crisi, risentimenti, bisticci, scenate, visioni, rotture e riappacificazioni finali sulle note di Strauss. Benvenuti dirige il traffico giocando sull’accumulo e i colpi di scena, situazioni e gag ragionate, un colpo al cerchio e uno alla botte dell’istituzione familiare nella tradizione della commedia all’italiana. Superiore al primo episodio (troppo teatrale e acerbo) sui Gori, più ambizioso e curato, meglio sostenuto produttivamente e nel complesso carino ma nulla di più. L’attore-regista non si è più ripetuto e da qualche anno dopo un paio di flop è rientrato a tempo pieno nel teatro. In RITORNO A CASA GORI si registrano perlomeno belle prove attoriali: dall’amica Athina Cenci (Bruna), Sabrina Ferilli (Sandra), Barbara Enrichi (Cinzia), l’antipatico Massimo Ceccherini (Danilo), Alessandro Haber (Libero), lo scatenato Vito (Faustino) e Ilaria Occhini (Adele presenza muta e fantastica). Dulcis in fundo nei panni di Gino e Annibale ci sono due grandi caratteristi toscani Carlo Monni e Novello Novelli, decisamente una spanna sopra gli altri.
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