Regia di David Lowery vedi scheda film
Speriamo che Redford faccia un altro film, chiudere la carriera con questo sarebbe ingiusto persino per lui. Tanto varrebbe ricordarlo per il cameo negli Avengers.
Redford rappresenta quasi un'eccezione a Hollywood, è uno dei pochi attori che col tempo è riuscito a peggiorare anziché il contrario. Non che negli anni d'oro fosse un mostro di bravura ma la bellezza e quel sorrisetto malizioso lo aiutavano parecchio, adesso è ridotto all'ombra di se stesso, un cumulo di rughe che vaga per il set con un'espressione fissa e due o tre varianti da sfoggiare all'uopo. Metterlo dentro un film del genere, poi, equivale a dargli il colpo di grazia: la trama è totalmente assurda e insulsamente buonista. Il ladro gentiluomo che interpreta è inconsistente, rapina una banca dopo l'altra senza mai sparare un colpo né suscitare una reazione negativa, si innamora della prima automobilista in difficoltà che trova e le confessa i suoi crimini in un picco di demenza senile. Come comprimari gli hanno messo accanto Danny Glover, Tom Waits e una sempre bella Sissy Spacek, il che potrebbe essere un valore aggiunto se non fosse che hanno compensato queste scelte felici con Casey Affleck (doppiato - tra l'altro - malissimo), il fratello di Ben Affleck che con lo stesso ha una somiglianza impressionante almeno quanto alle capacità recitative: un ferro da stiro.
C'è davvero poco da prendere e il fatto che sia tratto da una storia vera non aggiunge molto, è evidente che a romanzare la vicenda di Forrest Tucker ci sia fatti prendere decisamente la mano.
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