Regia di David Lowery vedi scheda film
Film ispirato alle gesta del rapinatore gentiluomo Forrest Tucker. Omaggio al mitico Robert Redford
Siamo negli Stati Uniti, negli anni settanta, Forrest Tucker, non personaggio di fantasia, ma persona realmente esistita, era un rapinatore di banche per cosi dire,seriale, ma al contrario della maggior parte dei suoi “colleghi” non era feroce o sanguinario anzi, aveva un suo stile molto personale e affabile, un ladro gentiluomo, che non spaventava mai le sue vittime, non usava armi, era gentile e cortese. Ogni colpo lo effettuava col sorriso stampato sul viso, e una sorta di benevolo compiacimento per se stesso, A 77 anni e dopo 16 evasioni, nei modi più disparati da ogni tipo di carcere, perfino con una temeraria fuga da San Quintino, non aveva mai smesso, insieme a due soci, di organizzare dei colpi decisamente geniali, utilizzando il suo fascino e il suo carisma ammaliante, definito come “l’'ultimo rapinatore gentiluomo della storia del crimine made in USA”Forrest Tucker sembrava costantemente fuori dallla realtà e dal tempo, avvolto in aura magica, quasi intangibile, contraddistinto da questo taglio discreto ed elegante, da una flemma serafica, impossibile da inserire in qualsiasi tipo di schema criminale. Le sue gesta divenute leggendarie, disorientavano le autorità e conquistavano l’opinione pubblica americana. Dopo aver inanellato una brillante serie di furti in banche di ogni tipo e durante una rocambolesca fuga, conobbe la vedova Jewel, della quale s’innamorò ricambiato, nonostante la sua particolare "professione". La regia è solida e tranquilla come il suo protagonista, non ci sono quindi scene d’azione o inseguimenti adrenalinici, nessuna situazione violenta,è un film d’altri tempi, misurato nei toni, ben scritto e girato con classe da David Lowery, che rende omaggio all'idolo, con un lavoro brillante e divertente, tagliato su misura per Redford, per consentirgli di incarnare, forse per l’ultima volta, quel tipo di antieroe romantico e gentile, che lo ha consacrato presso il grande pubblico. Si avverte durante la visione, un senso di nostalgia per qualcosa che c’era e che si è perso: vivere la vita con il ritmo giusto, la nostalgia per una idea di mondo, che riesce ancora a trovare il tempo e il modo di riflettere sulle cose, un tuffo negli anni Ottanta, gli ultimi senza social e cellulari, musiche retrò e impianto narrativo vecchio stampo,a testimonianza. Sembrerebbe che Redford abbia deciso con questo film di chiudere la sua straordinaria carriera cinematografica e non poteva scegliere film migliore, per il suo addio alle scene, in quanto ogni singola frase e ogni inquadratura sono scritte e pensate per lui, per l'icona Robert Redford giunto alla veneranda età di 82 anni. Un vero mito
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