Regia di David Lowery vedi scheda film
The Old Man Back Again: - "Do You Ride?" - "Me? No. Never."
The Over the Hill Gang: tramano, tramano, sulla collina...
Un compagno lo tradirà, l'altro è ancora “at large”, lui continua a coltivare il proprio “solco lungo il viso”, quello che ti viene quando vivi facendo ciò che ti piace fare (dalla parte giusta o da quella sbagliata).
Alla sua opera quinta dopo “St. Nick”, “Ain't Them Bodies Saints”, “Pete's Dragon” e “A Ghost Story” (in attesa di “Green Knight” e “Peter Pan”) e alla sua terza collaborazione con Casey Affleck e seconda con Robert Redford, il regista texano...
...in aura malickinana (e cos'è, “the Old Man & the Gun”, se non “BadLands” 50 anni dopo?) David Lowery, col direttore della fotografia Joe Anderson (“Simon Killer” e “Christine” di Antonio Campos), la montatrice Lisa Zeno Churgin (“Gattaca”, “In Her Shoes”, “Pete's Dragon”), il fidato compositore Daniel Hart (ottime musiche originali, e almeno quattro pezzoni non originali in colonna sonora: “Blues Run the Game” di Jackson C. Frank...
...“30th Century Man” di Scott Walker, “Lola” dei Kinks e “Easy Does It” di Will “Bonnie 'Prince' Billie” Oldham) e un resto del cast composto da Sissy Spacek, Danny Glover, Tom Waits...
...Elisabeth Moss e Keith Carradine, scrive (basandosi s'un articolo del 2003 uscito sul New Yorker a firma David Grann - quello di “the Lost City of Z” - dedicato alle gesta di Forrest Tucker) e dirige un film seventies che, ponendosi in antitesi (il piacere dell’atto criminale - rapina a mano armata o contrabbando di droga - e la sua scoperta tardiva per necessità) e in dialogo (tra la mezz’età del “quota 100” e il tramonto inoltrato) col “Charlie Warrick” di Don Siegel e “the Mule” di Clint Eastwood, in meno di un'ora e mezza (si considerino le 3 ore e 20 minuti di un altro film "terminale" qual è "the IrishMan" di Scorsese) delinea un'epopea (anti-Hero, semi-Lucky, not-Straight Story) eternamente in medias res.
Coerentemente, una delle evasioni fuoriesce da “the Chase” di Arthur Penn, mentre Redford e Spacek al cinema assistono a “Two-Lane BlackTop” di Monte Hellman. Una coerenza che freme e commuove (unica o quasi “concessione” al sentimento, de/re-legato al Cinema).
“Do you ride?”, gli chiede Sissy Spacek.
“Me? No. No, never. Never have. But it's on my list...”, le risponde, e si può pure finire per credergli, anche solo per un momento...
Mentre il poliziotto stanco, giunto alla soglia dei 40 anni, si concede una rentrée alla vita notturna con la moglie babysitterando i figli a casa, e viene snidato in quel momento di pausa dalla cerca dal vecchio col doppio della sua età...
(Coppolianamente...)
Tucker: the Man and His (American) Dream.
(Cammina cammina, tornando a Walker...)
The Old Man's (Strike) Back Again.
(Duplice cortocircuito: cosa c'è di più Comunista del rapinare banche?)
E cosa c’è di più cinematografico? Cut! Un’altra!
(E nemmanco uno shoot.)
E poi la galera.
(E la sala di montaggio: a ripensare una vita, e il prossimo colpo che mai ci sarà.)
La morte al lavoro. Tutta vita.
(***¾) * * * *
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