Regia di David Lowery vedi scheda film
Sarà pur tratto da una storia vera, ma se le cose andarono davvero così fu una storia piuttosto sciocchina. Come sciocchino è questo film in generale che, se si toglie quella di trovarsi di fronte ad un gigante (e una gigantessa, Sissy Spacek) che annuncia il suo ritiro dalle scene, offre ben poche emozioni e piuttosto molte perplessità riguardo ad un plot che non sta in piedi da nessuna parte, e che piuttosto pare artatamente fungere da stampella all’ultimo, ahimè indeciso passo del gigantesco Redford davanti ad una macchina da presa.
Alcune cose possono salvarsi: il cast è a prova di bomba, l’atmosfera quieta e malinconica, i buoni sentimenti tanto americananti... Altre sono decisamente censurabili, come l’inspiegabile apparizione di una figlioccia bionda che piove dal nulla ed al nulla ritorna senza che a nulla sia servita la sua apparizione. Altre sono di dubbio gusto (nel senso di discutibili) come quella di usare alcune immagini di repertorio della carriera di Redford per inanellare le evasioni collezionate dal suo personaggio nella sua lunga carriera di rapinator gentile.
Alla fine, quel sapore troppo commerciale di un tributo dato purché sia lascia un po’ d’amaro: per mr. Redford, per tutti i suoi meriti e i suoi talenti, era lecito sperare molto di più.
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