Regia di David Lowery vedi scheda film
Caro Redford, posso capirti se davvero chiudi qui la carriera d'attore: ci resta il ricordo di un gentiluomo. Gentiluomo anche l'uomo vero - non personaggio di fantasia - che interpreti. È Forrest Tucker, non sparò mai ma la sua vita è stracarica di emozioni, che ci sono mancate quasi in toto, chissà che pensa lui del film....
THE OLD MAN & THE GUN (2018)
Caro Bob,
da dove mi trovo ora da 14 anni non ho proprio voglia di evadere, anche se lo chiamano, al solito, penitenziario, o con termine desueto purgatorio. Si sta bene. Certo, non è proprio un paradiso: lì ci si diverte di più, vedono tutto quel che vogliono mentre da noi ci sono dei limiti. Però non siamo sempre separati e spesso loro, i fortunati, ci invitano a vedere qualche film insieme. Ho accettato ben volentieri tre giorni fa, il giorno di Natale è festa anche qui, l'invito di alcuni del reparto "vecchi attori rapinatori per finta" che ci tenevano ad avermi ben sapendo che qui non ne avrò ancora per molto perchè non solo non ho mai ucciso nessuno ma neppure ho mai sparato un colpo di pistola. Un rapinatore autentico lo gradivano e poi già sapevano che sono stato, sotto certi aspetti, un vero gentiluomo; ai soldi, rubati, guadagnati, persi o mai frequentati, da queste parti non si dà nessuna importanza. Ed io come rapinatore ero stato quasi un grande; e grande tout court lo fui come evasore. Dalle carceri, capiamoci, di grandi evasori "dalle tasse" pare proprio che qui non ce ne siano e, poichè è impossibile farla franca, credo facciano parte di quella moltitudine che con la morte ha proprio chiuso e tutto è finito: si dice fosse troppo dispendioso mantenere attivo un terzo posto - lo chiamavano inferno - al solo scopo di elargire sofferenze in eterno; e qualcuno per la verità ritiene non ci sia mai stato.
In effetti, non vedevo l'ora anch'io, mi faceva piacere vedermi con le tue sembianze e il film da questo punto di vista mi ha fatto far bella figura, nel senso che il tuo adesso è davvero l'aspetto di un ultrasettantenne, non ti hanno truccato da più giovane come temevo, sei sull'ottantina e i tuoi bei solchi sul viso lo dimostrano. Non fosse stato così, sono sicuro che, bonariamente s'intende, m'avrebbero preso in giro, loro tre che erano stati gli interpreti di un film che vidi anch'io nel 1979 e mi divertì: "Vivere alla grande".
Parlo di George Burns che arrivò qui centenario nel '96 (e all'epoca del film aveva 83 anni) preceduto nel 1982 da Lee Strasberg (78 nel film) e seguito nel 2003 da Art Cartney (un ragazzino, 61 anni, all'epoca del film). Sono stati gentili ad invitarmi.
La sala era gremita, c'era molto interesse, tutta gente coi capelli bianchi e non solo attori penso, forse cinefili, ce ne devono essere tanti in paradiso. Mi presentarono, ma li avevo riconosciuti, alti e imponenti come sono, due loro amici, uno era Walther Matthau, che aveva girato nel '75 "I ragazzi irresistibili" in coppia con Burns, l'altro Burt Lancaster, "Due tipi incorreggibili" nel 1986 con quel Kirk che proprio non ci tiene a raggiungerlo.
Mi si dispensavano, nei primi venti minuti del film, ampi sorrisi che io ricambiavo: il mio savoir faire, la gentilezza delle mie rapine, piacevano e c'erano anche sussurri d'approvazione quando appariva sullo schermo Sissy Spacek. Poi, col tempo, la sala si zittì e piano piano arrivammo alla fine. Speravo in un applauso generale, ma forse non usa da queste parti. Sentii però distintamente questa frase: "E anche questa è fatta"; e ci rimasi un po' male anche perchè quel caratterino di Burns aggiunse "...ma che fatica arrivare alla fine".
Insomma, niente di grave ma non è andata benissimo. E non è certo colpa tua, Bob. O lo è solo in parte, come coproduttore. Però di sicuro non è colpa mia!
Ma come? È evidente che sono mancate quelle emozioni che qualsiasi pubblico vorrebbe ed io con la mia vita di possibilità ve ne avevo fornite a iosa. Credi che nelle mie evasioni e nelle tante rapine non ci siano state emozioni? ...e vi siete limitati ad elencarle: anche le quattro in un giorno solo che conclusero la mia carriera... e tu sai quanto sia importante il finale! Credi forse che avrei troncato la mia serena gradevole vita accanto a quel gioiellino di donna se non avessi sentito un intenso bisogno di emozionarmi ancora? Eppure l'avevate sottolineato che per me non si trattava di "guadagnarmi da vivere", per me quello "era" vivere. Vivere alla grande!
In conclusione, per certi versi non posso che ringraziarti perchè, oltre ad aver insistito, anche troppo, sul mio comportamento da gentiluomo, avete glissato su molte delle mie bugie, qui sono malviste (per esempio sai che ebbi ben tre mogli e alcuni figli, un tasto su cui ho gradito che abbiate sorvolato) però... se ti fosse possibile chiudere la carriera, anche solo come regista, raccontando "La vera storia di Forrest Tucker" in un altro film io ne sarei felice. Pur correndo qualche rischio, ancora le emozioni, positive o negative che siano, le rimpiango.
E forse, chissà, potremmo avere entrambi quell'applauso generale del pubblico a fine proiezione che questa volta non è arrivato.
Un saluto affettuoso
da Forrest,
28 dicembre 2018
nota di cherubino:
io la "vera storia" di questo signore non posso dire di conoscerla. Wikipedia la racconta così:
https://it.wikipedia.org/wiki/Forrest_Tucker_(criminale)
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