Regia di David Lowery vedi scheda film
Film "stremato", come lui, come il poliziotto, come chi si aspetta un bell'omaggio alla carriera e vede uno sbiadito ritratto della terza età.
Questa volta parlerò in prima persona per rispetto di tutti coloro che, edificati da questo film, non devono in alcun modo pensare che uno stile impersonale li voglia rappresentare.
Prese dunque le dovute distanze dal grande coro osannante, colpevolmente incurante dei gridolini di fiera deprecazione che mi pioveranno addosso, voglio partire da Flaubert e dal felice lampo di genio che gli fece dire: “Non toccate gli idoli se non volete che la doratura vi resti nelle mani”.
Redford è stato un idolo.
50? 60? 70 anni di cinema? Non più di Buster Keaton, comunque,che fu fatto recitare ad appena nove anni, il grande Buster di cui prego rivedere l’ultimo, strabiliante corto The railrodder di Gerald Potterton
Comunque una carriera felice e remunerativa (a differenza di Keaton e tanti altri)
Ma lasciamo da parte i confronti.
82 anni, e li dimostra tutti, anche di più.
Ma questo non è un problema, probabile che anche il mitico Forrest Tucker, che lui interpreta, alla sua età fosse diventato così, ma girare un film è un conto, rapinare banche, quattro in un giorno, è un altro.
Sarà che gli altarini, a qualsiasi titolo, mi creano spontaneo rigetto, questo dedicato a Robert Redford è l’ultimo in ordine di tempo e farlo uscire a Natale una “casualità” sospetta.
Arrivata alla fine della visione mi sono detta “embè?”.
Certo, come profilo critico non è molto “ficcante” come si dice, andiamo dunque a vedere cosa non mi ha convinto, fatto salvo e tenuto in gran conto il noto riflesso psicologico per cui ad una grande attesa segue, di solito, una grande delusione.
Il gesto di sparare con le due dita, poi, è suo, qui è posticcio, in Gran Torino è l’apice, il gran finale, la vera consacrazione laica di un grande del cinema.
Il poliziotto Affleck svogliato, stanco, demotivato, ma in compenso sposato con una gran bellezza meticcia che lo adora. Una figura fuori dagli schemi, può anche riuscire interessante, simpatica, ma resta in superficie, quella specie di accidia che lo avvolge non si spiega da sola, il doppiaggio è pessimo, una vocetta da brivido, un muoversi languido, sfocato, con l’immancabile birra bevuta dalla bottiglietta invece che dal bicchiere (tipicamente americano) mentre buttato sulla sedia si sventola per un caldo che non fa.
Ma perché? Marlowe pure era un disincantato, ma che stile il grande Bogey! Rivedere The big sleep o resuscitare Chandler a scrivere la sceneggiatura, per favore!
3. E infine lui, the big Robert.
E torniamo agli altarini. Si può invecchiare meglio, con eleganza, quella di Forrest Tucker, ad esempio, morto in galera il 29 maggio 2004, com’era giusto che fosse.
O quella di tanti che vivono la loro splendida vita finchè morte li separi dai loro cani, gatti, giardinetti in fiore, amici del coro, amici del bar, amici del cinema.
Del grande cinema, fatto da altri.
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In appendice un articolo di MIKE CLARY, staff writer del Times, più adatto del film a celebrare Forrest:
“ 79 anni e la sua vita da criminale.
Forrest Tucker è tornato dietro le sbarre, sospettato in una recente rapina in banca in Florida, dopo più di sei decenni trascorsi a commettere rapine, essere scoperto e fuggire dalle famigerate istituzioni penali.
POMPANO BEACH, Fla. - Quando Forrest Tucker, all'età di 73 anni, lasciò la prigione nel 1993, la carriera leggendaria di questo veterano rapinatore di banche sembrava finalmente finita.
Lui e sua moglie, Jewell, si stabilirono in una casa confortevole con un campo da golf messo nel cortile. Cominciò a scrivere le sue memorie, un'opera intitolata "The Can Opener", che include un resoconto della sua fuga del 1979 da San Quentin in kayak.
Ma, alla fine dello scorso anno, un'ondata di rapine in banca è esplosa a poca distanza da casa di Tucker. E non è passato molto tempo prima che la polizia e l'FBI si concentrassero su un sospetto.
Il ladro era anziano, con i capelli bianchi e armato.
Il 22 aprile, pochi minuti dopo che un bandito mascherato era uscito in Florida da una banca con $ 5,300 in contanti, l'inseguimento finì in una strada senza uscita vicino ad un cortile della scuola dove l'auto della fuga si schiantò contro una palma.
Quando un poliziotto si avvicinò e infilò una pistola in faccia a Tucker, questi era stordito, inchiodato al sedile da un air bag gonfiato e rideva.
"Sembrava che fosse appena uscito dal campo da golf", ha detto il tenente James Chinn dello sceriffo della contea di Broward. "Ti aspetteresti di vederlo andare allo special early-bird piuttosto che a rapinare le banche."
In un'epoca di telecamere di sorveglianza e allarmi segreti, la rapina in banca è un gioco da pazzi. La maggior parte delle persone che attaccano le banche ora sono giovani, violente e disperate, spesso tossicodipendenti, ha detto William J. Rehder, da molto tempo capo della squadra anti rapine in banca dell'FBI a Los Angeles. I ladri fanno poca pianificazione, ottengono pochi soldi (una media di $ 1.000) e hanno poche possibilità di andarsene.
Ma c'è stato un tempo in cui i ladri di banche erano quasi degli eroi popolari. Jesse James, John Dillinger e Bonnie e Clyde erano fuorilegge ma anche alcuni furono acclamati come autorità. "Corri, Willie", gli spettatori chiamarono Willie Sutton dopo che fu catturato negli anni '50.
"La maggior parte di questi ragazzi ha appetiti smorzati quando hanno 50 anni", ha detto Rehder dei ladri di banche in carriera. "Ma [Tucker] era dipendente dall'adrenalina del gioco e non poteva fermarsi."
Ora a 79 anni e di fronte a un processo in ottobre sulle accuse di rapina in banca, Tucker è tenuto sotto stretta sorveglianza nel centro di detenzione federale di Miami. Le autorità non si assumono rischi, poiché Tucker vanta 18 evasioni. Si definisce migliore di Harry Houdini, nel citare le sue sparizioni, dice Tucker, "non aveva nessuna delle chiavi e materiali di fuga disponibili per Houdini.”
Tucker "doveva farlo nel modo più duro, basandosi sull'errore umano, che è sempre il punto debole anche nelle prigioni più forti".
Questo scriveva in una lettera destinata agli editori e ai produttori cinematografici.
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