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Due vite, un destino

Regia di Romolo Guerrieri vedi scheda film

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La recensione su Due vite, un destino

di mm40
3 stelle

L'omicidio di un magistrato antimafia mette in pericolo di vita il pentito che stava collaborando con lui; un commissario, amico della vittima, indaga sul caso mentre un sicario già si muove nell'ombra.

Mafia movie di impronta televisiva sulla falsariga della Piovra originariamente diretta da Damiano Damiani (1984; a quel momento si era arrivati al sesto capitolo della saga), Due vite, un destino è la trasposizione per il piccolo schermo di un romanzo di Alan D. Altieri – ovvero Sergio Altieri – dal titolo L’uomo esterno, messo sotto forma di sceneggiatura da Franco Verucci e Dardano Sacchetti. Per quanto si tratti di una sorta di kolossal per l’ambito televisivo, il film è a tutti gli effetti ben poca cosa: la confezione patinata non inganna né sulla destinazione del prodotto (ritmi blandi, psicologie leggerine, dialoghi semplici), né sulla qualità del materiale narrativo a disposizione, sostanzialmente un giallo-thriller con azione, mistero ed emozioni ‘telecomandati’, dallo sviluppo in lento crescendo e con una risoluzione non proprio inaspettata. Alla base del lavoro c’è Berlusconi (Fininvest/Mediaset), la durata spropositata (cento più cento minuti per l’apposita trasmissione in doppia prima serata) non aiuta e il cast variopinto, che pesca fra interpreti rinomati e altri zoppicanti, fa il resto; vale comunque la pena di citare i principali: Fabio Testi, Burt Young, Carol Alt, Philippe Leroy, Anna Kanakis e Rod Steiger. 3/10.

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