Regia di Andrea Blaugrund Nevins vedi scheda film
Flea (Red Hot Chili Peppers), Fat Mike (NoFX), Mark Hoppus (Blink 182) e tanti altri: da ragazzini hanno sognato la ribellione diventando punk rockers; ora, adulti, sono star e padri di famiglia: le loro stesse parole spiegano come possano conciliare tutto ciò.
Da giovani ribelli a maturi padri di famiglia: solo i migliori ce la fanno, con una mostruosa dose di pazienza, di buona volontà e dimostrando un’invidiabile coerenza anche nelle circostanze più improbabili. In questo documentario di Andrea Blaugrund Nevins, già impegnata da anni in lavori per la televisione e qui al debutto per il cinema, sono tanti i nomi ‘insospettabili’ che si avvicendano davanti alla macchina da presa per raccontare il loro passaggio – per qualcuno più drastico, per qualcun altro meno – da punk rock star (o simile: vedi lo skater Tony Hawk o Flea dei RHCP) a capofamiglia. Generalmente l’ostacolo rappresenta il crollo di singole carriere o intere band; per gli intervistati invece si è trattata di una naturale evoluzione esistenziale, vissuta da ciascun protagonista a modo suo. Fat Mike dei NoFX gira per casa in vestaglia zebrata mentre prepara la colazione alla piccola; Lars Frederiksen dei Rancid porta alle giostre il figlioletto, noncurante di attirare l’attenzione con i suoi mille tatuaggi e piercing. E ancora compaiono sullo schermo membri di Blink 182, Rise Against, Pennywise, Devo, Adolescents, TSOL, Bad Religion… il gotha della scena costituitasi negli anni Ottanta americani si riunisce per questo lavoro dagli argomenti efficaci e bizzarri. Ma, nota doverosa, anche diluiti senza particolare grazia o sostanziale equilibrio nel corso dei cento minuti di durata del film: effettivamente qualche taglio avrebbe giovato alla pellicola, rendendola più snella e meno ripetitiva. Nel complesso comunque un lavoro godibile, che mostra il ‘lato oscuro’ di alcuni personaggi più o meno celebri del mondo della musica alternativa. 6/10.
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