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La sabbia negli occhi

Regia di Alessandro Zizzo vedi scheda film

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La recensione su La sabbia negli occhi

di bluefalcon
8 stelle

Ebbene, grande sorpresa. Sorpresa non tanto nel lavoro in se stesso, appassionato e meticoloso, anche se avaro di informazioni su una patologia pericolosa (se non presa in tempo) ed invalidante...Sorpresa invece nel senso di totale disinteresse pubblico. Io stesso ho fatto fatica a rintracciare il film (visto stasera su youtube) e questo la dice lunga sul fatto che noi esseri umani, se non coinvolti direttamente, abbiamo la tendenza a trascurare le magagne del resto del mondo, almeno finché anche noi non ne rimaniamo coinvolti direttamente. Si perché, nonostante l'indubbia bravura della bella attrice Valentina Corti, degna interprete del calvario appena iniziato e portato avanti nella pubblica incomprensione (quando non nel dileggio) come possiamo constatare nello scorrere delle immagini, il vero messaggio che passa è quello di un lungo percorso di autoconsapevolezza quale unico e solo veicolo di comprensione nei confronti di sintomi plurimi sottostimati dalla maggioranza. Rimango sempre sorpreso dalla incompetenza dell'apparato medico (spesso i motivi sono soprattutto economici-argomento che ritroviamo nel filo del discorso cinematografico (ottimo strumento di denuncia SE nelle mani di registi esperti)- dal quale traspare un'incuria totale; si fa girare il paziente come una autentica trottola e lo si spedisce verso "accurate indagini" laddove per accurato intendiamo il rigonfiamento delle casse degli appararati interessati, siano essi pubblici piuttosto che privati. Ciò che davvero colpisce alla fine (almeno nel mio personale modo di intendere), è che questo film null'altro è se non il preludio ad una serie di lavori intesi ad ampliare il discorso Sjoegren, che altro non è se non una malattia autommune, tanto silenziosa quanto subdola. Ma soprattutto, in fondo...esiste una cura? Una cura all'avanzare del deserto...le ghiandole lacrimali prese di mira, gli occhi costantemente irritati, per non parlare della secchezza delle ghiandole salivari...e chi più ne ha più ne metta. No, la risposta per ora è un netto no! Esistono dei rimedi palliativi, quali potrebbero essere le famose lacrime artificiali, oppure il tenersi costantemente idratati bevendo due litri di acqua al dì (col rischio di farsela addosso sull'arco della giornata, al primo soffio di vento freddo). Ma di veri rimedi, a parte il dubbio tentavio di utilizzare i solito immunodepressori, pare non ve ne siano. Allora, che cosa esiste alla fine? Esiste semplicemente un percorso, fatto di studi, esperimenti, prove...Ma soprattutto occorre riconoscersi in quanto esseri umani, vulnerabili per natura e bisognosi ognuno dell'esperienza di tutti gli altri, perché se non si collabora nel cercare soluzioni, non saranno certamente gli esperimenti sulle cavie animali quelli che ci porteranno alla panacea finale. Ciò che mi aspetto ora sono delle iniziative cinematografiche che prendano in seria considerazione la patologia di cui sopra, sul modello di altre malattie pericolose tipo l'Alzheimer (vedi alla voce  STILL ALICE, interprete la splendida Julianne Moore). E non fidiamoci troppo dell'intelligenza artificiale, perché la stessa si sta dimostrando esageratamente "sintetica" (anni luce di distanza dalle intuizioni umane), per poter dare un valido supporto nel caso specifico. Résumé: 1. presa di coscienza di un problema INVALIDANTE da indagare con grande attenzione (ogni caso è un caso a se) 2. Collaborazione fra enti di varia natura, pubblici e privati. 3. Convogliare le diagnosi, le esperienze e le eventuali guarigioni in dossiers di interesse pubblico che coinvolgano l'apparato medico responsabilizzato ed i pazienti in un percorso di reciproco e muto sostegno, affinché si possa un giorno dire "si, dal Sjögren si può guarire, a patto che tutti collaborino seriamente". Ora vediamo quale sarà il prossimo coraggioso regista che darà vita ad un vero capolavoro.

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