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Gli incredibili 2

Regia di Brad Bird vedi scheda film

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La recensione su Gli incredibili 2

di lussemburgo
7 stelle

 

 

Tornando all’animazione, Brad Brid ritrova i suoi supereroi dove li aveva lasciati 14 anni fa, a gestire famiglia e contrastare supernemici, cercando di armonizzare una imperitura voglia di normalità con la necessità di combattere il male, addirittura continuando la scena finale con la sconfitta di una simil-Talpa (Marvel) a scapito di una buona porzione di città. Ne deriva il completo bando dei superumani, non tanto diverso dall’imposizione dell’Atto di Registrazione alla base della Guerra Civile delle tavole Marvel, poi divulgato dai film del MCU come Accordo di Sokovia.

Non è cambiato niente in questi anni e i protagonisti sono rimasti uguali perché, come i Simpson in 20 anni, essendo disegnati non sono mai invecchiati; né viene alterato lo stile retrofuturista da Anni 60 (l’epoca della nascita degli eroi Marvel) del disegno e dell’immaginario. È però la prospettiva di genere a mutare, con una prevalenza della componente femminile in tutta la narrazione. Perché protagonista assoluta diventa Elastigirl, chiamata a combattere una nemesi anch’essa femminile (sebbene sotto mentite spoglie), mentre al marito toccano la casa e i figli, con la conseguente e comica inadeguatezza per nei panni di padre, seppur genuinamente amoroso. Ne deriva una parte di film da commedia romantica, tra i film di Ginger Rogers e i telefilm della Strega per amore Samantha (a cui l’accumuna l’estetica degli interni), con un uomo sempre in difficoltà in ambito domestico e turbato da una certa invidia di un’inattesa emancipazione della donna, impegnata nella generale ricodifica del proprio ruolo. Oltre a Helen, eroina impegnata sul fronte supereroistico, è nella superiorità femminile degli altri personaggi che si stringe una solidarietà di genere tra donne narrativamente preminenti che offuscano i comprimari maschili, con la super-modista Edna che si scopre pure un inedito côté materno, la supernemica Evelyn che muove tutte le pedine, Violet, ragazzina invisibile con i primi turbamenti amorosi che cerca di non terrorizzare con i superpoteri il compagno che le piace, o l’Ambasciatrice, generico emissario della politica doppiato da Isabella Rossellini e obiettivo principale dell’Ipnotizzaschermi.

Ma a conquistarsi il primo piano nella prole superdotata è il figlioletto, fornito di un sorprendente catalogo di superpoteri, ancora immaturi e ingestibili perché amplificati fino a conseguenze imprevedibili e guidati soltanto dai naturali bisogni di un infante. Dal tentativo di contenimento del pupo derivano le scenette più efficacemente slapstick della pellicola, sino alla compilazione di un manuale con l’elenco completo delle dotazioni e i consigli per un loro uso più appropriato.

Dalla DC Comics proviene l’antefatto della famiglia Deavor, miliardari che hanno visto i loro genitori uccisi da un delinquente. Eppure non si sono trasformati in Batman perché, se il fratello vuole aiutare i supereroi a rifarsi una nomea con gli atout mediatici di cui può disporre, la sorella sfrutta la stessa disponibilità economica e tecnologica per distruggerne la reputazione travestendosi Ipnotizzaschermi a asservendo con l’ipnosi chiunque le conceda gli occhi. I due fratelli rappresentano un’evoluzione nello sdoppiamento dell’antagonista del primo film, Sindrome/Buddy Pine, aspirante supereroe frustrato passato dall’ammirazione all’odio per i beniamini e dotatosi, come un Tony Stark in miniatura, di congegni tecnologici a supplire alla mancanza di naturali dotazioni.

Sebbene poco aggiunga al primo film, di cui è naturale prosecuzione estetica e narrativa tanto da rendere consigliabile il binge watching delle due pellicole combinate, questo secondo capitolo, tecnicamente ragguardevole e sempre ironico con i continui rimandi al mondo dei fumetti e a un immaginario collettivo classico modellato su pellicole e serie degli Anni 60, non sfigura rispetto all’originale, continuando quella poco anodina ricerca della felicità e della normalità di una famiglia paradossale.

Ma se si considera l’imponenza della componente femminile e che l’Ipnotizzaschermi riesce a promuovere un messaggio eversivo e repressivo da ogni schermo televisivo cercando di controllare le menti altrui, Gli Incredibili 2 sembra promanare un messaggio (per quanto velatamente) antitrumpinao da risultare quasi rivoluzionario nei tristi tempi attuali e da rendere il film, con il suo consueto e mansueto messaggio di equilibrio familiare, doppiamente educativo.

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