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Squillo

Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film

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Donapinto

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La recensione su Squillo

di Donapinto
3 stelle

A distanza di sei anni da TRE COLONNE IN CRONACA, i Vanzina tornano al cinema giallo, anche se preferiscono abbandonare le tematiche finanziarie e politiche, riallacciandosi invece ai precedenti MYSTERE e SOTTO IL VESTITO NIENTE. Infatti SQUILLO sembra proprio un remake, seppur parziale, di quest'ultimo con la variante che le fotomodelle sono qui sostituite dalle escort d'alto livello, proprio come in MYSTERE. Il film racconta infatti di Maria (Jennifer Driver), una bellissima ragazza polacca, che sette anni dopo la caduta del muro di Berlino, si reca a Milano a trovare l'altrettanto bella sorella Eva, affermatissima nel campo delle interpreti e delle pubbliche relazioni. La sera stessa Eva scompare nel nulla e Maria scopre che la sorella era in realtà una prostituta d'alto bordo. La ragazza viene aiutata nelle indagini dal giovane ispettore di polizia Tony Messina (Raz Degan). Anche qui Vanzina non rinuncia a un lodevole ma poco lucido e superficialissimo tentativo di analisi sociale, mostrandoci il desiderio di riscatto e ricchezza per quelle persone che con la caduta del comunismo si sono messe alla ricerca del facile guadagno, convinte che il capitalismo fosse un paradiso in terra, ignari invece delle subdole trappole che nasconde. Purtroppo SQUILLO e' una pellicola confezionata con la piattezza della peggior fiction televisiva, con il poco dotato Vanzina che prende la sciagurata scelta di far interpretare i ruoli da protagonista a due "non attori". Il modello israeliano Raz Degan, reduce da un popolarissimo spot di un noto digestivo, e' lo sbirro più improbabile della storia del cinema, mentre la splendida Jennifer Driver, che i più attenti ricorderanno nello spot della nostra birra nazionale, non può far altro che mostrare la sua bellezza, che sia provocante quando veste con abiti succinti o acqua e sapone quando indossa semplicemente una camicetta e un paio di jeans. Totale mancanza di suspence e tensione, per un film girato come un patinato spot pubblicitario, che sembri voler solo concentrarsi sui muscoli di Degan e la conturbante bellezza della Driver. Insopportabili motivetti di musica dance anni 90' e un finale che ricorda quello di CRUISING di William Friedkin.

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