Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
Una bella ragazza polacca arriva a Milano, in visita alla sorella. Quest'ultima scompare nel nulla, poche ore più tardi; la polizia comprende da subito, con stupore della sorella, che si trattava di una prostituta.
Uno dei due film girati nel 1996 da Carlo Vanzina (l'altro è A spasso nel tempo), Squillo è una variazione non poco significativa nella routine del Nostro, adagiata sui blandi canoni della commedia demenziale: un giallo-thriller con qualche attinenza, se proprio si vuole cercare dei precedenti, con Sotto il vestito niente, licenziato dallo stesso Vanzina 11 anni prima. Non a caso in sceneggiatura per entrambe le pellicole troviamo lo stesso team formato dal regista, suo fratello Enrico e Franco Ferrini. Ma Squillo è materiale di tutt'altra risma, come dimostra il fatto che sia stato immediatamente dimenticato e che la sua reperibilità è stata per lungo tempo ardua persino sul web; se la confezione è piatta e sbrigativa, la storia è scritta in modo davvero dozzinale e con la ben conosciuta scarsa profondità di osservazione dei Vanzina. Si parla di tratta delle donne? Marginalmente. Si tocca il problema dell'immigrazione incontrollata? Si sfiora, ma forse nemmeno. Si vuole andare a parare sulla violenza di genere? I tempi non saranno ancora pronti fra due decenni, figuriamoci nel 1996 e in un film vanziniano! A peggiorare senza possibilità di scampo la questione, ecco un Raz Degan co-protagonista, a fianco di interpreti di poca o nessuna esperienza (e altrettanta notorietà) come Jennifer Driver, Bianca Koedam, Caterina Rebracca e suo fratello Yanay, accreditato in verità come Yanai Degan; unici nomi degni di nota, quelli di Luigi Montini e Paul Freeman. Inutile aggiungere come A spasso nel tempo sia oggi maggiormente ricordato di Squillo. E parliamo di A spasso nel tempo, vale la pena sottolinearlo. 2/10.
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