Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Ossessivo? No, direi piuttosto ripetitivo. Disturbante? Facciamo nauseante. Erotico? Per nulla. Perverso ed inutile, ecco i due aggettivi più appropriati. Crash mi ha deluso, non lo nascondo. Non salverei praticamente nulla, ah sì, giusto la colonna sonora. Gli attori li ho trovati tutti (a partire da Spader, ma pure la Hunter non scherza) spaesati. La sceneggiatura monotona. La regia leziosa. Il montaggio, beh, nulla di eccezionale. Veramente urtante è lo spreco di elementi, potenzialmente, ottimi: l'idea (intrigante, il libro non l'ho letto sono sincera), Cronenberg (nelle sue corde, sicuramente, la tematica), un cast che poteva essere meglio imbrigliato ed indirizzato.
Ed invece il risultato è brutto esteticamente, e quel che peggio, gratuito. Mi perdonerete ma il confronto con "Shame" mi è venuto spontaneo, il soggetto (la compulsione) è per molti versi simile. Nel film di McQueen, il silenzio dice più di mille parole, e l'analisi di come un trauma possa portare alla ossessione è spietata e sincera. Nel film di Cronenberg il dramma è dettagliato eppure la perversione è evidentemente precedente allo stesso. Ballard, e la moglie, hanno un rapporto malato con il sesso che l'incidente in macchina del primo semplicemente canalizza verso una ossessione tutta nuova. Questo rende la narrazione, dal mio punto di vista, improbabile e del tutto circoscritta. Quanto invece in Shame universale. Brandon potrebbe essere chiunque fra noi, drogati se non dal sesso magari dal cibo o dalle sigarette dall'alcohol, dal black-berry. Brandon si vergogna della propria dipendenza, la sua sofferenza ci rende empatici. Ci fa riflettere. Ballard, ed il manipolo di squinternati con cui si muove, invece, è un lussurioso recidivo (prima il sesso, poi il pericolo, poi la mutilazione/dolore), in perenne auto-compiacimento di sé. Il suo egoismo è la nostra incapacità di immedesimazione. E quindi, la vacuità del messaggio. In un commento precedente ho letto l'affermazione (per altro ben argomentata) per cui il sesso sia in qualche modo di per sé stesso correlato all'idea di morte. Sarà, ma secondo me è proprio il contrario. Il sesso è il principio vitale, è la speranza di un nuovo inizio. E anche in Crash è così, in fondo i personaggi si sentono vivi solo attraverso di esso, si muovono solo all'interno delle regole primordiali dell'atto fisico fine a sé stesso. Se Brandon cerca la eiaculazione, Ballard cerca l'orgasmo. Ostinatamente ed egoisticamente, quindi alla lunga annoiandoci. "Shame" è la negazione dell'horror vacui - come l'appartamento del protagonista - il silenzio, il vuoto, riempito dalla angoscia del protagonista ma anche dello spettatore. "Crash" è l'apoteosi dell'horror vacui - come l'appartamento di Vaughan - l'eccesso verbale inutile, il ribadire continuamente un concetto, la lentezza ed inutilità delle scene, lo sbadiglio dello spettatore.
Lo consiglierei comunque, per parlarne male poi.
Sì vede che non capisco proprio di cinema, perchè la regia l'ho trovata priva di autenticità e originalità
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