Regia di David Cronenberg vedi scheda film
"Stai cominciando a vedere che, per la prima volta, esiste una benigna psicopatologia che ci chiama a sé...Per esempio, un incidente stradale è un evento legato alla fertilità anziché alla distruzione...E'...una liberazione...energia sessuale...che trasmette la sessualità di quelli che sono morti con un'intensità che è impossibile in ogni altra forma. Vedi, sperimentare certe cose, viverle, ecco...Questo è il mio progetto."
James Ballard (James Spader) è coinvolto in un grave incidente automobilistico; intrappolato fra le lamiere, la conducente dell'altra vettura gli mostra volontariamente il seno. Vivendo una vita sessuale insoddisfacente con la moglie a causa della meccanicità dei loro rapporti, l'incidente scatena in Ballard uno strano collegamento fra il sinistro stradale e l'appagamento fisico, collegamento che ha modo di approfondire tramite l'incontro con Vaughan, che di mestiere riproduce fedelmente incidenti famosi, come quello di James Dean, senza la minima forma di sicurezza per non rovinare la libido che l'incidente stesso fa scaturire in chi vi assiste.
Le ferite, le cicatrici (che talvolta richiamano in modo esplicito la vulva), le macchine ammaccate o distrutte amplificano i sensi e guidare ad occhi chiusi, cercare deliberatamente l'incidente diventa un'insana ricerca di un brivido orgasmico. Non c'è morale o amore che tengano, il sesso è macchinoso, compulsivo, indifferentemente eterosessuale o omosessuale, innescato dal cozzare delle lamiere per ispirare il contatto fra i corpi umani; la contaminazione fra corpo e macchina, tema caro al regista canadese, è questa volta meno fisica e horror e più psicologica.
Diciamo la verità, Crash è un film bello a vedersi? No. La fotografia è ottima, la colonna sonora di Shore e gli interpreti anche, la tecnica di Cronenberg si è affinata con gli anni, ma il film è ripetitivo, i continui rapporti sessuali espliciti e malati alla lunga disturbano. Ma riflettiamo: quando mai David Cronenberg ha fatto film per intrattenere semplicemente il pubblico? Mai. Quante volte ha cercato di disturbarlo per indurre una riflessione, per trasmettere un pensiero che noi magari non avremmo mai avuto? Pressoché sempre.
Crash non è un film perfettamente riuscito, ma il suo essere fuori dalle righe e la sua spropositata portata filosofica valgono la candela. *** e 1/2.
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