Regia di Mike Nichols vedi scheda film
Esordio dietro la macchina da presa di M. Nichols, ebreo tedesco d'origine russa, che tuttavia usa il medium cinema per approfondire l'impatto visivo di un dramma teatrale del 1962 di Edward Albeen, incentrato sullo scavo psicologico di una coppia borghese sposata (anzi, due coppie di generazioni diverse: Richard Burton/Elizabeth Taylor e George Seagal/Sandy Dennis), un affondo implacabile nelle nevrosi, nelle frustrazioni, nelle delusioni e nelle illusioni.
Chi ha paura di Virginia Woolf? (titolo che allude ironicamente alla paura nei confronti del lupo) inizia in un notturno accompagnato dalle dolci note malinconiche di Alex North (futuro autore della musica originale non utilizzata di 2001: odissea nello spazio di Stanley Kubrick e di quella per The Dead di John Huston), si chiude in una riconciliazione all'alba con un bellissimo particolare di mani una sopra l'altra davanti alla trasparenza del vetro di una finestra, simbolo di apertura al futuro. Nel mezzo c'è tutto il gioco al massacro (espressione che calza come non mai) a base di sproloqui continui, insulti acerrimi che all'epoca dell'uscita fecero un bel colpo e che anche oggi hanno un certo effetto, turbini vorticanti in continuazione, con qualche tregua passeggera (il dialogo in giardino tra i due mariti e poco altro) e, di contro, zenit di tensione che arrivano quasi al delitto. Alla fine si capisce che è tutto una sorta di tragedia catartica, un tentativo drastico di liberarsi e prendere coscienza di una situazione fasulla e inesistente dove però l'amore non è assente, una autoterapia immersa nell'alcool, che sembra puzzare di zolfo e che si sviluppa anche per mezzo del filtro e del confronto con la coppia più giovane.
Regia lucida che si muove abilmente nell'unità di tempo (la notte che sbocca nella calma dell'alba) e di azione (il luogo in realtà ha al centro uno spostamento in un locale, dove si trova l'unica altra figura umana del film, una fulminea comparsata) e con le inquadrature, ottima fotografia, attori eccellenti. 8
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