Regia di Johannes Roberts vedi scheda film
GENITORI E FIGLI: variante 1 - il mutuo soccorso.
Una famiglia ideale, in apparenza, tutti belli e apparentemente rralizzati, nasconde un lato oscuro che la regia e gli sceneggiatori scelgono di accennarci in modo superficiale, per focalizzarsi altrove. Fatto sta che questo gradevole gruppo familiare sceglie di trascorrere l'ultimo w.e. insieme - prima che la figlia problematica li spinga a trasferirsi altrove per cambiare ambiente scolastico e frequentazioni a seguito di un non ben definito incidente/scaldalo occorso poco tempo prima - in campagna presso un campeggio di case mobili ove risiedono gli anziani zii.
Peccato che, arrivati la sera dopo un lungo viaggio, i quattro si ritrovino ostaggio di due folli assassini mascherati, uomo e donna, che hanno fatto scempio dei loro parenti, e non solo.
Sarà una corsa senza freni per cercare di restare vivi, nella notte, tra la desolazione di un posto scientemente fuori mano e isolato, luogo che, da idilliaco, si trasforma in un inferno senza via d'uscita.
Per la regia dell'esperto regista horror Johannes Roberts (ha all'attivo una manciata di horror spesso almeno interessanti tipo "F", "Storage 24", "47 metri", questo nuovo e secondo capitolo/variazione del franchise "The Strangers" di 10 anni orsono, si sviluppa in modo similare a quello fantascientifico di Cloverfield: un modo interessante e curioso di concepire in modo diverso la prosecuzione di storie che non siano necessariamente i soliti sequels.
E Roberts azzecca sicuramente le atmosfere, le scenografie, la capacità di creare suspence servendosi dell'ambiente circostante: alcune riprese sono davvero azzeccate e ben riuscite, in grado di esaltare una suspence superiore alle attese formulate da una storia che in fondo è sempre la stessa minestra riscaldata, qualora non sfruttata e valorizzata in modo intelligente.
E non stonano le dichiarazioni dello stesso cineasta quando afferma di essersi ispirato a Carpenter, maestro della suspence nei suoi film horror più celebri come Halloween e The fog.
Quello che proprio risalta in negativo è la sbrigativa e approssimativa descrizione del nemico, di questa coppia diabolica che appare dal nulla senza un perché né senza un fine preciso, se non quello di fare del male. Circostanza che potrebbe anche starci ed essere sufficiente, se si pensa a Jason di Venerdì 13 o lo stesso Michael Meyers. Ma almeno di costoro ne percepivamo il trauma originario, la scontilla che ne fece scoppiare la furia omicida incontemibile e senza ragione.
Qui invece si soprassiede su tutto, si gioca bene la carta della suspence, ma si sorvola completamente su dettagli anche generici che avrebbero reso più coerente e meno meccanico il meccanismo di sopravvivenza delle nostre quattro vittime designate. Tra questi riconosciamo la rossa opulenta Christina Hendricks, e il padre bello Martin Henderson, mentre nel ruolo del figlio ribelle (ma non troppo), troviamo Lewis Pullman, figlio di Bill.
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