Regia di Rob Cohen vedi scheda film
Arriva la bufera, e, pur senza averlo preventivato, ma approfittando degli inconvenienti che il grosso spostamento d’aria promette di arrecare a cose, animali e persone, una banda di efficienti ed organizzati ladri, sta facendo la posta a 600 milioni di dollari appartenenti alle riserve del Tesoro Usa, che stanno per essere trasferiti in diverso caveau.
Due fratelli trentenni (Toby Kebbell e Ryan Kwanten, un moro e un biondo come i Luke del celebre telefilm anni ‘80 Hazzard), uno divenuto esperto meteorologo, e l’altro finito allo sbando nella provincia dimenticata, si troveranno coinvolti sia nel salvataggio di cose e persone, sia ancor di più intenti a sventare le sorti della rapina del secolo.
Entrambi i fratelli, peraltro, hanno ancora vivo nella mente il trauma conseguito nell’aver visto il padre soccombere di fronte ad un precedente enorme uragano che li risparmiò per puro caso in età infantile.
Al fianco dei due, una poliziotta bionda e carina come da copione (Maggie Grace), che risulterà pure l’unica non corrotta o corrompibile, impegnata col più giovane dei due fratelli in una corsa contro il tempo per fermare i ladri, ma soprattutto sfuggire alla furia degli elementi di una natura scatenata e senza controllo.
Quintessenza del blockbuster preconfezionato con la diligenza di uno dei più affidabili registi su commissione, Hurricane non rinuncia a nessun cliché o situazione ampiamente prevedibile, ma offre un abbinamento disaster-gangster/movie in grado di accontentare molti palati, magari non sopraffini, ma certo quelli che si lasciano avvincere dall’action, dalla sempre più realistica efficacia degli effetti speciali, e dalla movimentata caccia al bottino, che prevede pure una scena finale in corsa tra i camion in cui il vero pericolo non sono i malviventi, quanto piuttosto l’uragano che insegue guardie e ladri in modo implacabile, come un killer razionale in preda alla furia più indomabile.
Rob Cohen (suoi Fast & Furious, xXx, La Mummia, Dragonheart, Daylight.Trappola nel tunnel) è nel suo habitat e ci sguazza con professionalità navigata; gli attori sono tutti carini e dimenticabili, tranne Ben Cross, sopra la media, nonostante da decenni relegato nel ruolo del méchant.
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