Regia di John Krasinski vedi scheda film
Survival horror contaminato con la fantascienza, privo di ritmo, senza una storia, che si protrae per novanta minuti, con passaggi di "livello" narrativo stile "meccanico" videogame.
Lee Abbot (John Krasinski) -assieme alla moglie Evelyn (Emily Blunt) e ai tre figli- tenta di sopravvivere in uno scenario post apocalittico: misteriose creature, prive di vista, aggrediscono e uccidono gli esseri umani, facendo ricorso ad uno sviluppato senso uditivo.
E in queste quattro righe si esaurisce l'irrisolta trama di un film privo di spunti e idee, opera di un attore (John Krasinski, qui nel ruolo principale) occasionalmente propostosi anche in veste di regista. Un po' di Alien (le creature extraterrestri, o quel che sono, debbono molto allo stile di H.R. Giger) con mostri animati in computer grafica, tanta ripetitiva azione da videogioco (atmosfere da Silent Hill a nascondere l'assenza di una trama), clima da fine del Mondo alla ... e venne il giorno (un inguardabile film di M. Night Shyamalan, cineasta al quale questo Krasinski guarda -ahinoi- molto) e, ciliegina sulla torta, Hitchcock (non nominatelo a voce alta) sullo sfondo.
Ma quello che più indispone è uno sviluppo da film muto che sembra essere monco del primo tempo: non ci si riesce a calare nella storia, senza preambolo e troppo circoscritta, limitata, a personaggi che rasentano -in più occasioni- il patetismo. Leggendo in giro si apprende che le creature sarebbero alieni... ma questo non si evince certo dal film, che lascia lo spettatore in stato di pura apatia rispetto allo svolgersi degli/dei (non) eventi. Purtroppo però qui non siamo in un episodio di 25 minuti de Ai confini della realtà ma di fronte ad un lungometraggio di 90 minuti, per passare i quali è consigliato sdraiarsi su un bel divano, vero e unico... quiet place to sleep!
E non si venga, in difesa di tanta banale superficialità, a dire che la fotografia è bella, la musica è notevole (si è sprecato qui pure il notevole Beltrami) o gli attori sono bravi (da parodia in stile Scary movie, Emily Blunt, nella sequenza del parto). Certo, il film è fatto bene -e vorrei vedere il contrario, con un budget di circa 17 milioni di dollari- almeno tanto quanto è brutto e può costituire un valido esempio di mystero (con la y): non si spiega infatti come possa essere stato apprezzato un po' ovunque, a dispetto del risultato, e con quel finale che "minaccia" un seguito (ovviamente annunciato). E che dietro a questa costosa realizzazione stia appostato Michael Bay con la sua Platinum Dunes lascia quantomeno un retrogusto amaro, essendo questa casa di produzione, in passato, celebre per alcune originali e riuscite riletture (remakes in gergo cinematografico definiti "reboot") di film pilastro del genere horror: da Non aprite quella porta a Amityville horror, passando per Nightmare e The hitcher.
P.s.: nel 2006 un film molto apprezzato tra gli estimatori dell'horror (oggi giustamente dimenticato) presentava un gruppo di personaggi alle prese con un alieno. Per quanto brutto, Altered (diretto da uno dei due registi di The blair witch, Eduardo Sánchez) sapeva farsi apprezzare per il taglio ironico e poco serioso, esattamente all'opposto di questo convenzionale, strappalacrime, mortificante e inconcludente A quiet place.
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