Regia di John Krasinski vedi scheda film
Una minaccia generalizzata ha reso spettrali le città, devastate ed abbandonate a se stesse dopo un oltre 80 giorni da un evento straordinario ed apocalittico, di cui la regia non ci vuole (ancora, e per una ben congegnata strategia di narrazione) chiarire la natura. Poi scorgiamo all’interno di un supermercato un gruppo familiare che si sposta con prudenza, a piedi nudi, senza fiatare, utilizzando per comunicare il linguaggio dei muti, di cui si fa portavoce la figlia teenager, sordomuta.
Poco dopo, a seguito di un tragico evento, scopriamo che alcuni esseri mostruosi hanno decimato la popolazione sulla terra: sembrano rettili a forma di ragno, sono ciechi, ma hanno un udito finissimo che permette loro di localizzare la preda ed annientarla in pochi istanti anche se a grande distanza.
Questo ha spinto i rari sopravvissuti, e la famiglia che ci occupa, ad industriarsi vivendo nel mutismo più assoluto, come unico rimedio per coesistere con quella specie più potente ed assai aggressiva.
La nascita di un bambino in capo alla madre di famiglia, incinta in stato avanzato, ha indotto ad escogitare un sistema per permettere la nascita e la sopravvivenza dell’infante. Ma le cose precipitano, come è prassi in queste circostanze, ed in questo fortunato e già percorso più volte filone orrorifico-catastrofico.
Dopo la regia della commedia sofisticata molto nelle proprie corde rappresentata da The Hollars, il simpatico, brillante attore-ragazzone John Krasinski si butta senza prevedibilità alcuna nel genere fanta-horror con un film concitato e pieno di ritmo che sa incollare allo schermo lo spettatore quasi quanto ha fatto fino ad ora quello che pare essere di fatto il maestro ispiratore del regista stesso: M. Night Shyamalan. In A quiet place si respirano le tensioni del gran maestro del mistero e del brivido, ed il richiamo alle sue opere più note (Sign su tutte direi, considerati anche e non a caso i campi di grano turco) è palese, ma non gratuito o offensivo nei riguardi del maestro. Krasinski co-sceneggia e produce, e chiama a sé la bella consorte diva, Emily Blunt, perfetta, quasi hitchcockiana per espressività e presenza carismatica, nel ruolo di una tenace e sofferente madre di famiglia, costretta dalle drammatiche circostanze ad un parto silenzioso decisamente contro natura e sotto la minaccia dei mostruosi esseri carnivori e ciechi.
Il figlio ragazzino è interpretato dall’ottimo bimbo attore Noah Jupe, già visto in Suburbicon e Wonder, mentre la sorella maggiore sordomuta è resa in intensa partecipazione dalla giovane Millicent Simmonds, volto antico e profondo, conosciuta ed ammirata in Wonderstruck di Todd Haynes.
Un film che trattiene, attre, sa creare tensione palpabile anche quando la dinamica delle situazioni, spesso sin troppo tirate al limite, appare davvero oltre ogni umana e fisica (la scena nel granaio) possibilità di concezione.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta