Regia di Barry Levinson vedi scheda film
Un cast artistico strepitoso rende viva l'attenzione per tutto il corso del film che sfrutta un plot diviso in tre parti; tre anime che abbracciano generi diversi. Si parte con una sorta di gangster movie di matrice giovanile, che richiama alla memoria la parte iniziale di C'Era una Volta in America, quindi evolve in un prison movie ambientato in un riformatorio minorile dove le guardie abusano dei ragazzi (parte migliore del film) e si conclude all'insegna del legal thriller. Notevole Kevin Bacon, nei panni della guardia carceraria dai gusti omosessuali e pedofili. Meno magnetici del solito Robert De Niro e Dustin Hoffman (che aveva già lavorato col regista in Rain Man, film per il quale Levinson si aggiudicò il suo unico Oscar), un po' spento Brad Pitt (33 anni, ma ne dimostra dieci di meno). Nel cast anche il nostro Vittorio Gassman.
Aria di ipocrisia all'epilogo per effetto di una serie di prese di distanza da quanto mostrato con scritte specifiche riportate a preludio dei titoli di coda, quasi a voler dimostrare un certo atteggiamento rinunciatario di un Levinson (firma anche la sceneggiatura) non intenzionato ad avere potenziali beghe con le amministrazioni statunitensi.
Di valore la colonna sonora del grande maestro John Williams, fregiata della candidatura al premio oscar. A ogni buon conto, buon cinema.
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