Regia di Jane Campion vedi scheda film
I geniali titoli di testa rivendicano l'appartenenza dell'Isabel protagonista al mondo donna al di là del tempo e dello spazio. C'è femminismo, c'è modernità, c'è umanità. Esercizio di stile riuscito e al limite dell'ostentato, Ritratto di signora, alla seconda visione, conferma le capacità di una regia oculata ed efficace, che si muove sulla materia letteraria con abilità e personalità, prendendosi i suoi rischi ma vincendo la scommessa fino in fondo. Personaggi indigesti e tensioni al limite del sopportabile marchiano indelebilmente il passo della pellicola, rendendo il piacere della visione fermo alla confezione e allo spunto di base: il votarsi alla libertà anticonformista e il rivendicare un'autonomia assoluta di una Kidman ottima interprete. Pesante come pochi per situazioni, tempi e antipatia di molti dei protagonisti. Manierista.
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