Regia di Jane Campion vedi scheda film
Dopo il trionfo commerciale e critico di "Lezioni di piano", Jane Campion decise di dedicarsi ad un film sempre in costume, ma di impronta letteraria come questo "Ritratto di signora", tratto da un romanzo capolavoro di Henry James, con accoglienza critica piuttosto ostile in America e più positiva in Europa. Alcune delle principali lamentele sono state indirizzate ai tagli effettuati rispetto al materiale di partenza dalla sceneggiatrice Laura Jones, a cui si potrebbe rispondere che un film di due ore e un quarto non è una fiction televisiva e si vede in qualche modo costretto a comprimere il materiale per ragioni di spazio e per conservare la specificità del linguaggio cinematografico. Il film parte forse in maniera un po' dispersiva, senza focalizzare subito il nodo tematico libertà femminile/ipocrisia matrimoniale, ma a mio parere almeno dall'entrata in scena di Malkovich decolla e si attesta su un livello decisamente onorevole, con una messa in scena rigorosa e più compatta rispetto alla media degli adattamenti letterari, dialoghi che riescono a conservare l'impronta tipica di James e la sua visione dei ruoli sociali e di genere, alcuni momenti di abbandono visionario che conservano la loro efficacia. Certo la sottile magia cinematografica di "The piano" non si ripete agli stessi livelli, ma neppure darei troppo peso ai tanti distinguo dei critici americani perché di sostanza formale e contenutistica ce n'è in abbondanza, con una Kidman eroina romantica tormentata e straziata quasi come in "Moulin rouge", un Malkovich di impressionante potenza nel ruolo di Osmond (e peccato per chi ritiene che sia ormai ingabbiato nel ruolo di icona del Male, qui serve benissimo il personaggio), una Hershey di sapiente istrionismo nel ruolo dell'ambigua madame Merle, una Valentina Cervi ben calibrata nella parte della figlia di Malkovich. Il finale aperto non mi ha convinto al cento per cento, ma per il resto non mancano sequenze memorabili come l'ultimo incontro col cugino ormai malato, le scenografie e i costumi sono molto curati, il film rappresenta un valido invito ad andare a leggere il testo di partenza. Il femminismo della Campion riemerge in alcuni passaggi significativi e riesce a dare un'apertura alla speranza che il testo dello scrittore americano non contemplava, ma che non appare come un tradimento.
Voto 8/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta