Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film
Lina Wertmuller ha condotto una curiosa carriera. A costo di ricevere accuse di sessimo, resto convinto del fatto che la sua importanza nel cinema italiano sia da accreditarsi al suo essere donna, data l’inconsueta presenza femminile nostrana dietro le macchine da presa. Al suo attivo ha una serie di film vivaci quanto grevi, grotteschi e romantici al contempo, realizzati nella prima parte del suo percorso artistico. Dalla metà degli anni settanta si può tranquillamente parlare di stasi se non di involuzione.
Apice di questo periodo mediocre (successivamente solo stantii e tristi ricordi di un glorioso passato) è questo Metalmeccanico e parrucchiera, dichiaratamente girato con l’intenzione di rinverdire i fasti della coppia Mariangela Melato e Giancarlo Giannini. Commedia sociale, insomma, con al centro due militanti (un rifondarolo e una leghista) padani travolti da un insolito destino d’anarchia sentimentale.
Il primo guaio è che Veronica Pivetti e Tullio Solenghi non sono nemmeno lontanamente accostabili a Melato e Giannini e sovente azzardano vaghe imitazioni di tic e guizzi dei due mostri sacri. Il secondo è che una storia del genere funzionava negli anni cinquanta, benché in certe parti del centro nord si respiri tuttora quell’aria un po’ guareschiana del manicheismo politico che finisce a tarallucci e vino (e in questo caso nel letto).
In realtà Wertmuller non osa più di tanto in questa ennesima versione di Don Camillo e Peppone in salsa erotica, gioca di rimessa non eccedendo come in passato (ritmo come sempre forsennato ma attenuato e forse edulcorato), adeguandosi ad un passo tutto sommato televisivo in cui la scioltezza narrativa non è in armonia con la fluidità stilistica.
Il fatto che il film si lasci guardare senza troppe pretese non c’entra con l’evidenza che trattasi di film confusionario e fuori tempo massimo, in cui il richiamo sessuale se ne fotte dell’ideologia politica, perché è tutto talmente debole che non si rinuncia ad una scopata per una falce e un martello o per un luogo di fantasia su bandiera verde.
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