Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film
Profonda Emilia, piccoli personaggi di provincia, una storia di sesso e sentimenti (rigorosamente, in ordine di importanza) e di impegno politico: convinzioni dure come la mentalità del luogo, il paesino in cui gli abitanti sono per la maggior parte fermi a Stalin e Marx nell'anno in cui Berlusconi 'scende in campo' e per l'Italia comincia una nuova, rivoluzionaria fase politica. Alla Wertmuller interessano più i tic dei personaggetti che la discussione destra-sinistra: non è un remake/aggiornamento dell'amore (amche lì fortemente confuso col sesso, del resto) 'classista' di Travolti da un insolito destino... (1974). Autoironica la Pivetti, che accenna pure una battuta sulla sorella (in quel momento presidentessa della Camera), ma il suo accento emiliano è penoso (per certi limiti esiste pure il doppiaggio, ma... pazienza); Solenghi dignitoso, ma meglio lo stralunato - di suo - Gnocchi, parmigiano e quindi probabilmente più a suo agio nella parte. Il finale ultraqualunquista fa impallidire dieci anni (da Biberon, 1987, in poi) di colpi al cerchio ed alla botte da parte del Bagaglino. Qualcosa si salva, ma davvero poco.
Lui è un operaio comunistissimo (rifondazione) vecchio stile, lei una parrucchiera che, per stare al passo con i tempi, si è fatta leghista; siamo nella provincia emiliana del 1994 e sboccia l'amore. Ma intanto i due tentano disperatamente di convertirsi l'uno alla fede politica dell'altro.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta