Regia di Tony Scott vedi scheda film
Film quanto mai frustrante. Parte bene, col mix tra drammaticità e racconto sportivo, ma poi quando si entra nella fase thriller diventa un'americanata con esagerazioni e forzature colossali. Finale totalmente irreale.
Difficile non provare frustrazione massima dopo aver visto un film del genere.
Anche perché le premesse erano davvero buone, con un inizio rapido e parecchio azzeccato, interessante nel mixare da una parte il dramma di una vita che cade a pezzi (per il "tifoso") e dall'altra in parallelo le difficoltà stagionali del campione sportivo (parte per una volta apprezzabile pure per il sottoscritto, che è patito in maniera maniacale di sport ma che rarissimamente apprezza la trasposizione dello sport al cinema o nelle serie tv). Oltretutto i due protagonisti regalano ottime prove, con Wesley Snipes molto in parte e Robert DeNiro che sembra tornare ai fasti di un Rupert Pupkin (nello splendido Re per una notte).
Poi però il tracollo di sceneggiatura e regia nella virata thriller è imbarazzante: il film diventa una di quelle porcherie che viene difficile non chiamare "americanate", piena di esagerazioni, accenni ridicoli (tutte le frasi sulla famiglia sono da buttare nella spazzatura) e forzature sfacciatamente poco credibili, per un finale che diventa completamente surreale, proprio perché lontanissimo dalla realtà.
Basti vedere la fase finale con la partita di baseball: evitando lo spoiler (ridicolo come DeNiro influisca nella partita), accenno soltanto (da grande fan della MLB) che San Francisco già di suo è una città non esattamente piovosa, in particolare lo è ancor meno nel corso della stagione del baseball, tanto che non sono molte le partite di baseball in quella città che hanno la rain delay (piuttosto lo stadio dei Giants di quei tempi, Candlestick Park, aveva il problema di essere parecchio esposto al vento), per cui già è assolutamente improbabile che una tempesta d'acqua di tali proporzioni si possa imbattere durante la partita in casa dei Giants, ancora più assurdo e improbabile (senonché impossibile) è che gli arbitri (a meno di un calendario forzatissimo) non sospendano la partita in queste condizioni di gioco, visto che il baseball sotto l'acqua non si può giocare (per quanto adesso abbiano una tolleranza maggiore, ma non fino a quel punto e questa tolleranza non c'era a metà anni '90 quando il film è stato prodotto). Ah, e in queste condizioni con il terreno completamente scivoloso, cosa fa il nostro campione? Tenta un inside-the-park home-run!!! La giocata forse atleticamente più difficile del baseball!! Ma mi faccino il piacere, mi faccino!!!
Ecco cosa è l' "americanata".
Peccato, perché il film era iniziato bene e gli attori meritavano di meglio. Ma queste robacce sono inaccettabili.
Voto: 4
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