Regia di Yue Chen vedi scheda film
TFF 35 - CONCORSO TORINO 35
Un giovane perdigiorno approfitta dei soldi ereditati dal padre per bighellonare tra un bar e l'altro, spacciandosi per un esperto arrestare di interni. In tale veste riesce anche a trovare qualche saltuario ingaggio, ma l'indolenza che lo contraddistingue e l'evasivita' del proprio modo di agire lo bloccano ogni volta nella realizzazione di alcunché di concreto.
Una attrazione ricambiata verso una donna conosciuta in un bar potrebbe indurre il nostro affaticato indolente a maturare almeno nella consapevolezza di un sentimento sano e genuino.
Ma il condizionale rimane un obbligo.
Commedia minimalista che vuole apparire sofisticata, guardando in modo sin troppo insistito e tendenzioso alla "leggerezza impegnata del gran regista coreano Hong Sang Soo (troppo facile assimilarlo a Woody Allen, incongruo a mio giudizio un parallelo con il cinema di Hou Hsiao-Hsien: non basta certo un tavolo da biliardo).
E dunque sviolinate in colonna sonora, un walzer senza fine che pare una suoneria di un telefono impazzito o un carillon a carica infinita, ed un dispiegarsi di situazioni sopra le righe in cui il nulla del racconto corrisponde certo all'aridita' ostentata come una virtù del mondo del protagonista, ma senza che tutto ciò possa mai costituire una qualità per un film invece "vuoto nel descrivere il vuoto".
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta